tn n1Alcuni anni fa, per curiosità personale, mi sono fatto raccontare dal “Damo”, mio nonno preso, quali sport fossero praticati ad Osio Sopra negli anni intercorsi fra i due conflitti bellici del secolo scorso. Ebbene, quasi nulla era emerso a riguardo del gioco del calcio; anche perché a quel tempo, per un paese agricolo come il nostro, sarebbe stato un sacrilegio dedicare qualsiasi pezzo di terreno coltivabile al gioco del pallone. Lo spazio principale disponibile per attività ludico sportive, sempre secondo il racconto, era la piazza del paese. Non deve sembrare quindi strano che lo sport più praticato fosse il tamburello.

Era tanta la passione che, da parte di ogni padre veniva messo in mano un tamburello al primogenito appena nato, come auspicio per futuri successi (anche lui l’aveva fatto col suo primogenito Peppino). Le sfide erano limitate, in linea generale, a campioni locali che godevano in paese di una certa considerazione e stima. Così almeno raccontava il “Damo” ricordando le sue gesta di tamburellista.

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Tuttavia, essendo il calcio lo sport nazionale per antonomasia, anche ad Osio Sopra la passione per il pallone non poteva fare eccezione; nell’angusto campetto, pieno di gobbe e con sparuti ciuffi d’erba spontanea, situato accanto alla chiesa e alle aule di catechismo, i ragazzi e i giovanotti si divertivano comunque in sfide rusticane con un pallone sbrindellato di cuoio tenuto assieme con lo spago. Si giocava a piedi nudi, per non rovinare l’unico paio di scarpe posseduto.

Certo c’era anche il tifo sportivo per le squadre blasonate della serie A. A proposito di ciò vi sono gustosi ricordi a riguardo degli assembramenti vocianti di giovani e uomini, la domenica pomeriggio, nei pochi bar che possedevano una radio che trasmetteva la radiocronaca delle partite principali della serie A.

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Il tutto con grande disappunto del parroco che alla stessa ora teneva la “dottrina” in chiesa con un uditorio di sole donne, con l’eccezione di pochi anziani e …dei giocatori di tamburello che, con un certo snobismo, proprio non capivano come ci si potesse appassionare a gente che prendeva a calci un pallone di cuoio.

Così avvenivano le cose a Osio Sopra, almeno fino a …

La nascita dell’ U.S.O.S.

Come già in altra parte raccontato, all’inizio anni ’50 ad Osio Sopra è stampato e diffuso un settimanale denominato “il Piccione del Campanile”.

Tale “giornalino” all’origine è soprattutto il portavoce della nota “S.A.V.A.S.; con l’andar del tempo tale settimanale si trasforma praticamente nell’organo di stampa dell’U.S.O.S. (Unione Sportiva Osio Sopra).

Questo perché la latente passione per il calcio ad Osio Sopra emerge con prepotenza tanto da richiedere la messa in campo di una Società Sportiva ad hoc per organizzare una squadra e partecipare a tornei e campionati.

Dietro a questa operazione, come in tutte le altre iniziative che caratterizzano il paese dal 1949 in poi, ci sta il grande parroco don Severino Vitali, anche se formalmente egli non vuole comparire in prima persona. Sempre attraverso “Il Piccione del Campanile” è possibile quindi seguire i primi passi della neonata Società Sportiva. Iniziamo dallo Statuto, documento importante che si riporta integralmente perché in assoluto è la prima testimonianza “ufficiale” in Osio Sopra di una squadra in ambito sportivo e poi perché è … simpatico nelle sue definizioni.

L’U.S.O.S. partecipa al campionato C.S.I. categoria “Liberi” e i colori sociali sono giallorossi.

Statuto – Programma dell’Unione Sportiva Osio Sopra

    1. L’USOS è una organizzazione sportiva prettamente di carattere “oratoriale” quindi ritrovi, decisioni, discussioni, tutto deve avvenire entro l’ambito dell’Oratorio, in apposita sede.
    2. I giocatori firmando il tesserino C.S.I., valido per un periodo triennale, sono legati alla società per un solo anno.
    3. La squadra sarà alle dirette dipendenze, per quanto riguarda la parte tecnica, del direttore tecnico coadiuvato dall’Assistente Ecclesiastico e dal presidente i quali rappresentano con lui la parte direttiva di detta organizzazione sportiva. Tenendo di mira la formazione integrale dell’atleta (mens sana in corpore sano) per quanto riguarda poi la formazione religiosa e morale dell’atleta si tiene a precisare che è di esclusiva competenza dell’Assistente Ecclesiastico il quale prenderà gli opportuni provvedimenti; per quanto riguarda poi la parte disciplinare organizzativa sarà di spettanza del presidente il quale non mancherà di avvalersi dei consigli dell’Assistente Ecclesiastico e del Direttore Tecnico.
    4. Il Direttore Tecnico quindi sovraintenderà alla preparazione atletica della squadra i cui nominativi verranno esposti su un apposito albo in maniera che tutti potranno prenderne visione. Nessuno potrà rifiutarsi di giocare se non per motivi gravi e questi devono essere fatti presente in tempo utile. Qualsiasi giocatore che non scenderà in campo verrà chiamato a presentare “l’alibi” e qualora questo non risultasse in piena soddisfazione della Commissione ad hoc non verrà tenuto in considerazione e si procederà ai provvedimenti disciplinari del caso.
    5. La squadra di calcio Osio Sopra sarà composta esclusivamente da elementi indigeni i quali faranno dello sport fine a se stesso. Niente quindi ingaggi e stipendi. Il riconoscimento della loro attività sarà dato da:
      1. Un premio globale in liquido dopo ogni partita giocata in casa (nota 1)
      2. Biglietto gratuito per il cinema domenicale (nota 2); di detto premio non potrà valersi l’atleta o l’intera squadra qualora sia incorsa in provvedimenti disciplinari;
      3. Una gita turistica a campionato ultimato (nota 3).

Questi premi potranno essere contestati quando la condotta di gara non fili sul binario della correttezza e quando lo scarso rendimento della squadra sia la risultante di volontà abuliche oppure abbia carattere di vero e proprio ammutinamento.

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Note riguardo al bilancio (integrali da “Il Piccione del Campanile”):

  1. Riferendoci approssimativamente al numero delle partite (9) giocate l’anno scorso in casa il premio globale per l’anno 1951/52 ammonta a £. 18.000 vale a dire £. 2.000 per ogni partita giocata in casa, somma che sarà messa a disposizione dei giocatori e di questa somma potranno avvalersi come loro meglio aggrada.
  2. Il biglietto del cinema sempre riferendoci al numero delle partite giocate in casa quanto per quelle giocate fuori casa, lo potranno usufruire soltanto gli 11 giocatori che hanno preso parte alla competizione. Facendo il calcolo sulle 18 partite giocate l’anno scorso, la somma totale ammonta a £. 20.000 circa (n.d.r.: da un approssimativo calcolo, il biglietto del cinema costa £. 100).
  3. La somma messa a disposizione per la gita turistica è di £. 25.000. Tirando un pochino le somme la squadra verrebbe a percepire come premi partita £. 63.000. Se poi a queste 63.000 lire si dovesse aggiungere le 60.000 per l’acquisto di 15 paia di scarpe nuove, 13.000 per l’iscrizione e 8.000 per l’acquisto di 2 palloni, la cifra sale a £. 144.000. E siccome le cifre sono parlanti riesumiamo un po’ l’incasso netto della scorsa annata ammontante a £. 137.000, facciamo il debito confronto e cerchiamo di essere più ottimisti che sia possibile per l’anno 1951/52. Questo per non apparire sfruttatori o pressappoco. [nota: secondo tabella di calcolo del Sole24 Ore 1000£ nel 1950 varrebbero oggi € 18,76 ]

Curiosità

Sono molte le curiosità che si colgono nello statuto: i giocatori sono legati alla Società per un solo anno; ci sono ferree norme di comportamento da rispettare (simpatico il passaggio su “l’alibi” da presentare in caso di forfait); i giocatori sono solamente “indigeni”; vi sono premi partita (anche questi veramente di sana “fantasia”) ma anche sanzioni in caso di scarso rendimento; sono esplicitamente fatti “conti della serva” tra entrate ed uscite.

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Tra le entrate è interessante il dato degli incassi di 9 partite in casa; calcolando il costo per assistere alla partita pari a quello dell’ingresso al cinema, cioè £. 100 (non è probabile costi di più), si deduce che nel campionato 1950/51 la presenza di soli spettatori paganti sia di oltre 150 persone a partita (n.d.r. Osio Sopra nel 1951 conta 2294 abitanti).

Ciò dimostra dunque il grande consenso attorno alla squadra di calcio, confermato anche dal fatto che in trasferta la squadra ha un numeroso seguito, vedi ad esempio, l’annuncio che compare spesso sul “Piccione”: “U.S.O.S. prega coloro che vogliono seguire la squadra in trasferta di prenotare il posto in pullman entro il giovedì. I biglietti sono in vendita presso la sede della Società”.

Le note di bilancio sopra riportate comprendono solo premi partita e l’acquisto di 2 palloni (per tutta la stagione!) e di 15 paia di scarpe. E per le mute (limitate a maglie, calzettoni e pantaloncini; di tute manco a parlarne)? Vige il fai da te, nel senso che sono confezionate in casa. Le maglie (a maniche lunghe) sono fatte coi telai che all’epoca è facile trovare nelle case (primo abbozzo di lavoro a domicilio). La “Nani” anche oggi in casa ha come cimelio uno di quei telai; per necessità legate alla macchina confezionatrice, le maglie sono a strisce orizzontali; i colori scelti sono il giallorosso. Per i calzettoni e i pantaloncini non vi sono vincoli regolamentari e ognuno fa per sé come gli vien più comodo.

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Assieme al tifo nascono le polemiche

Ne fa fede un articolo pubblicato sempre sul numero 1° del “Piccione” (marzo 1951), a firma di M. Vitali sotto il titolo di “cronache sportive”; se ne riportano i passi salienti anche per constatare come il calcio dopo oltre sessant’anni di storia nel nostro paese (ma forse non solo nel nostro di paese) non sappia ancora affrancarsi da certi difetti ed essere invece momento di unione più che di contrasti.

Dice l’articolo:

Troppe campane suonano male a proposito della nostra squadra di calcio tirata insieme con molti sacrifici e con molta buona volontà sia da parte dei giovani che la compongono come da parte dei dirigenti e del Rev.mo Parroco. Si è potuto attuare anche il desiderio di molti giovani, di quelli cioè che sentivano e sentono lo sport del calcio come qualcosa di necessario nella loro vita giovanile e dinamica, col costruire il campo sportivo che è costato quel che è costato. Dato ormai che la squadra è stata varata, nuova di zecca e ancora molto acerba di esperienza calcistica e, sia pur modestamente, si batte con le compagini che da anni sono in piena efficienza; molte voci, sorte recentemente, vorrebbero fare nei giocatori stessi del disfattismo compromettendo così il buon andamento della squadra. Alcune di queste voci sono giunte anche al nostro orecchio e ci vien voglia di pensare:

E’ mai possibile che in tutto sempre ci sia qualcuno che voglia mettere i bastoni tra le ruote?” anche quando una cosa è a beneficio di quello che può essere di bello e vantaggioso per la gioventù che vede coronato di successo il suo desiderio di potersi svagare e divertire serenamente? Il Calcio è un giuoco sano, sia moralmente che materialmente (salvo qualche incidente che può capitare e dal quale Dio ci tenga lontani); per questo tutti dovrebbero capirlo! E rappresenta anche uno svago per il paese che si diverte e si compiace quando vede giocare bene. 

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Se poi anche tra i giocatori, e in special modo quelli che sembravano i più appassionati allo sport del calcio, circola qualcuna di queste voci maligne, noi pensiamo ancora che questi sono come comari che sempre han qualcosa da ridire e lo fanno per gelosia ed invidia.

La squadra deve essere composta da 11 giocatori: si sono scelti quelli che promettevano meglio per giocare il Campionato; gli altri possono giocare diversamente, nessuno glielo vieta. In qualsiasi competizione sportiva si scelgono i migliori da mettere in confronto ... Si fa di tutto per portare il nome di Osio Sopra sempre più in alto anche in materia di sport.

Bando dunque a queste malignità se veramente amiamo lo sport!”.

In parte le polemiche sono derivate anche dal fatto che solo 11 giocatori possono essere iscritti a referto per ogni partita e quindi, non essendoci possibilità di sostituzioni, gli esclusi sono diversi; e, come dice lo Statuto, solo agli 11 che prendono parte alla gara va l’eventuale premio partita.

Il campo di calcio

Inizialmente il campo su cui sono giocate le partite è un adattamento del prato/cortile annesso alla casa parrocchiale; con la costruzione del nuovo oratorio (1950/1), esso viene ampliato anche i seguito alla donazione di un appezzamento di terreno nell’area confinate col vecchio cortile Riva. A provvedere all’opera di sterramento e livellamento (si fa per dire) concorrono sia la S.A.V.A.S. che gli stessi appassionati/giocatori di calcio. Data l’affluenza degli spettatori, nel progetto dell’Oratorio è ipotizzata anche la costruzione di una “spaziosa terrazza che darà modo di poter assistere alle partite di calcio come da una tribuna” come riporta il n° 4 del “Piccione”; progetto poi rimasto nel cassetto.

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Il progetto, rimasto nel cassetto, di creare una terrazza/tribuna per assistere alle partite

Parlando di campo di calcio a quei tempi, non bisogna farsi l’idea di come oggi si è abituati a considerarlo. Quello dell’USOS, già considerato un lusso, è uno sterrato dove l’erba cresce spontanea; l’auspicio è che non piova troppo perché diversamente diventa impraticabile.

Per di più da un lato è confinante con l’autostrada e dall’altro con un fosso per irrigazione dei campi; considerati i predetti vincoli, parlare di “rettangolo di gioco” è un po’ esagerato, dato che i due lati più corti non sono della stessa misura; tuttavia non è il caso di soffermarsi su queste sottigliezze. Per ogni partita sono necessari pure dei raccattapalle (in genere ragazzini a cui è dato un biglietto omaggio per assistere alle partite) per recuperare i palloni dal fosso o addirittura quelli che, scavalcando una recinzione abbastanza bassa, vanno a finire sull’autostrada.

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I dirigenti e i giocatori

Sempre “Il Piccione del Campanile” riporta per il campionato 1951/52 sia il quadro dirigenti che l’organico dei giocatori della prima squadra di calcio del nostro paese.

Dirigenti:

    • Assistente Ecclesiastico: rev.do Oberti don Cristoforo
    • Presidente: sig. Maccarini Michele (c'è anche Direttore dl Piccione del Campanile)
    • Direttore tecnico: sig. Carsana Francesco

Organico giocatori:

    • Portieri: Brugali Lorenzo – Crotti Martino
    • Terzini: Seminti Luigi – Cologni Francesco – Moretti Giuseppe
    • Medio centri: Pinotti Piero
    • Mediani: Pienga Alessandro – Colleoni Alfredo
    • Attaccanti: Cologni Giuseppe – Colleoni Gianni – Testa Alberto – Cologni Angelo – Gualandris Giovanni – Gipponi Domenico.
    • Massaggiatore: sig. Pesenti Luigi

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Diversi giocatori dell’allora prima squadra sono ora dei vispi appartenenti alla terza età. Sarà cura di MicroOsio farsi raccontare i più significativi ricordi della prima avventura del calcio nel nostro paese.
La cosiddetta prima Squadra fa da traino anche alla crescita di un movimento giovanile. Sempre da vari resoconti de “Il Piccione del Campanile”, si ha notizia di una squadra Juniores anch’essa iscritta al campionato C.S.I. di categoria.

Ad esempio, sul n° 10 (maggio 1951) si fa accenno al “Campionato Juniores” con una partita disputata a Osio Sopra con l’Osio Sotto (capolista) finita 1-1, con rete per l’Osio Sopra di Brugali Piero. Come merito sono segnalati i giocatori: Cologni Giuseppe, Cologni Francesco, e il portiere Crotti Martino. Nel numero successivo si parla “della squadra ragazzi impegnata in un torneo organizzato dal Capriate e dal Brembate”, con il successo dell’Osio Sopra con il Capriate per 5-1, con 4 reti di Gualandris Giovanni e una di Brugali Giulio.

Altre notizie sulla squadra giovanile non si hanno, mentre sul numero del 24 giugno 1951 compare il resoconto di partite (seconda giornata di andata) di un torneo estivo, Non si sa se di sole squadre paesane (ma pare di sì, leggendo i marcatori delle partite, tutti cognomi abbastanza tipici di Osio: Perico, Ferrari, Brugali, Paris, Milesi, Ridolfi, Tresoldi). Il torneo è diviso in due gironi, chiamati “Serie A” e “Serie B”. della Serie A fanno parte: Stallone, Aurora e Osio Nuova (n.d.r. i Polèr); della Serie B: Aquilotti, Castellese, Fiorentina, Comasca, Garibaldini, Atalantina.

I cronisti sportivi dell’epoca

Come accennato, il movimento calcistico una volta preso piede ad Osio ha un appassionato seguito e tutti i protagonisti sono sotto la lente di ingrandimento, dato che “Il Piccione del Campanile” ogni settimana riporta una dettagliata cronaca delle varie partite. I principali redattori sono Pasquale Frigerio e il Presidente Michele Maccarini. E’ loro cura anche pubblicare, oltre ai risultati, anche le classifiche.

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Addirittura essi sono gli antesignani di uno stile che più tardi diventerà usuale sui vari quotidiani sportivi: quello delle pagelle del rendimento in partita dei vari calciatori. Come esempio, si riporta quello apparso sul numero del 9 marzo 1952 (partita Olimpia Caravaggio – Osio Sopra finita 2-2), a cura del Presidente dell’USOS, Michele Maccarini:

Cologni Francesco: calmo negli interventi, senso di posizione, sicurezza nel gioco di testa.

Seminati Luigi: terzino sinistro il suo stile è agli antipodi di quello del suo collega di linea. Prerogativa del suo gioco è la foga con la quale egli anticipa l’attimo all’avversario e se qualche volta rimane tagliato fuori trova nel recupero il mezzo per ripescare l’avversario.

Pinotti Piero, centromediano. Il suo gioco risente del suo carattere. Mentre il più delle volte è una sicurezza, altre volte ci spaventa. E per essere un perno su cui si basa il sistema difensivo della squadra, le sue pause preoccupano. Alterna prestazioni superbe ad altre di inconcepibile arresto.

Pilenga D. mediano; un po’ fuori forma. Quando al meglio è una sicurezza nelle retrovie, essendo esperto nell’imbrigliare l’avversario e a capovolgere l’azione con frequenti allunghi ai compagni di linea.

Moretti G., mediano destro, ha trovato la sua posizione ideale ed è la rivelazione in confronto alle prestazioni dello scorso campionato giocato da terzino dove era facile essere superato in velocità. Liberato da impegni difensivi ha la possibilità di rendersi efficace nell’impostazione del gioco.

Testa Alberto, centrattacco. E’ il vero coordinatore del quintetto di punta. Scattante, buon giocoliere, cannoniere sono le sue doti principali (cerchi però di non far soverchio uso di tacchi e di tacchetti). Certe volte ti fa partire delle sventole che assaggiate dal portiere avversario una volta alla seconda gli fan fare il segno della croce.

Cologni G. attaccante è da due tre domeniche fuori fase. Dove hai messo i tuoi allunghi, le tue serpentine, il tuo gioco scintillante, il tuo modo di smarcarti dall’avversario?

Cologni Angelo, estrema sinistra, spesse volte è il “deus ex machina” delle situazioni insostenibili ma certe volte si impappina su certi palloni banalissimi. Rende se lanciato in velocità ma ha difficoltà a contatto con l’uomo.

Gualandris, estrema destra, detto “Santos” (giocatore della nazionale brasiliana), è il giocatore più discusso. Ha colpi proprio alla “Santos” (la legnata o la castagna) ma talvolta lascia la bocca amara. Sempre ossequiente a schemi fissi, non sa dare varietà al suo gioco e quindi viene facilmente imbrigliato. Deve muoversi di più e smarcarsi dall’uomo.

Epilogo

Venuta meno l’informazione diretta de “Il Piccione del Campanile”, sul prosieguo dell’avventura dell’U.S.O.S. rimangono solo ricordi di coloro che poi hanno continuato l’avventura. Fino alla morte di don Severino Vitali (1958) la squadra ha un’organizzazione precisa e una guida certa. Di seguito, pur rimanendo legata all’Oratorio, la società prosegue in autogestione (e autofinanziamento), passando da categoria “liberi” C.S.I. a “Terza categoria” F.G.C.I.

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Il colpo di grazia l’U.S.O.S. l’ha allorché a metà degli anni ’60, per problemi di sicurezza il campo dell’Oratorio, confinante con l’autostrada, è interdetto per partite ufficiali. Inizia la trasmigrazione in altri paesi, affittando campi per le partite “in casa” nei paesi vicini (Brembate Sotto, Mariano). A fine 1968 l’U.S.O.S. cessa di esistere come Ragione Sociale e diventa Polisportiva Osio Sopra.

Cambiano anche i colori sociali che passano da giallorosso a biancorosso ed è anche elaborato uno stemma. La trasmigrazione in altri paesi per poter giocare nel campionato tuttavia prosegue fino al 1972, momento in cui la celebre squadra dei “Pic e Pala” della Polisportiva, ottenuta in comodato dal Comune una delle tante cave di ghiaia che costellano al tempo l’area del Villaggio, provvede con encomiabile lavoro di volontariato a creare il primo campo di gara omologato e a costituire la base della crescita degli attuali impianti sportivi.

Il resto, pur essendo passati quasi 50 dall’origine della Polisportiva, sembra quasi essere una storia recente.


Note:

  1. Le fotografie delle squadre di calcio del presente articolo sono di proprietà della Polisportiva Osio Sopra. I disegni e gli schizzi sono tratti da “Il Piccione del Campanile” gentilmente messo a disposizione dalla famiglia di Michele Maccarini. La foto della piazza è stata gentilmente concessa da Edilio Colleoni.
  2. Con il presente articolo si conclude il ciclo anni ’50, in base alle notizie ricavate soprattutto da “Il Piccione del Campanile” e dai giornali dell’epoca. Articoli al proposito precedentemente pubblicati su MicroOsio:

Approfondimenti ulteriori sul periodo anni ’50 saranno successivamente pubblicati attraverso documentazione di altra natura con testimonianze (racconti, foto ed altro) di persone che quel periodo l’hanno vissuto in presa diretta.


V.F. (Agosto 2015)