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tn foto01Tutti ad Osio Sopra hanno ben presente l’attuale Sala della Comunità, conosciuta soprattutto come Auditorium S. Zeno. A pochi forse è nota la storia dei vari edifici antecedenti a questa realizzazione che, nel nostro paese, hanno costituito luogo di aggregazione e intrattenimento, prima solo teatrale e poi anche cinematografico.

Le poche notizie storiche al proposito sono contenute in bollettini parrocchiali a carattere monografico concernenti l’attività pastorale di alcuni parroci nella nostra comunità. La prima cosa che balza all’occhio, dunque, è che l’impegno di dotare il paese di un luogo specifico dedicato ad attività di intrattenimento o di una sala per riunioni comunitarie è sempre, e solo, stato preso in carico dalla parrocchia.

Le prime notizie che si hanno in merito ad un locale adibito a teatro risalgono alla costruzione del primo Asilo Infantile di Osio Sopra sul luogo dove era collocato un ricovero per anziani (chiamato in gergo “i Vecchioni”) che l’ex parroco don Luigi Testa (a Osio dal 1846 al 1880) aveva lasciato in eredità “ai poveri del Comune”. Nel 1908 in detto “Ospedale” erano rimasti solo 4 ricoverati, per la qual cosa si decise di riadattare la struttura. Da una relazione del 5 maggio 1909 dell’ing. Avogadro Giovanni di Ponte S. Pietro, concernente il conto di liquidazione delle opere del nuovo Asilo, si legge che l’importo complessivo dei lavori riguarda “… le opere fatte dal capomastro sig. Alessandro Foresti per la costruzione dell’asilo e del teatro di Osio Sopra …” e che tale teatro consiste in un’ampia sala con loggione e palcoscenico.

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Dai dati ufficiali del censimento del 1911 risulta che Osio Sopra ha 1260 abitanti, suddivisi in 225 famiglie di cui 184 residenti in paese e 41 in cascine. Il parroco del tempo è don Guglielmo Monzani (a Osio Sopra dal 1897 al 1919). Oltre alla menzionata costruzione del primo Asilo Infantile e del primo Salone teatro a lui si deve anche l’iniziativa del quasi totale rifacimento del santuario della Madonna della Scopa.

Quale fosse l’attività svolta nel salone teatro non è dato di sapere con esattezza. Si suppone solo che vi fosse una compagnia teatrale; almeno così si evince da una lettera di Rino Teli al “Piccione del campanile” ( n° 6 del 1951) nella quale afferma “ … un paese come Osio vanta nel campo filodrammatico le più belle tradizioni sin dal 1911”.

Probabilmente col passare del tempo tale filodrammatica diventa scarsamente attiva, tant’è vero che, poco più di 20 anni dopo, il teatro viene demolito per far posto alle Scuole Elementari (ala attuale delle Scuole Medie), come risulta da una lettera del Podestà di Osio Sopra datata 13 aprile 1935:

“... per la soluzione (delle scuole elementari) avrei pensato, previo accordo con la Congregazione della Carità, che ne è la proprietaria, di servirmi di un vasto locale già adibito a teatro e che presentemente a nulla serve e che si presenterebbe benissimo allo scopo. La posizione è in luogo aperto … e si trova in centro al paese”.

[note tratte dal numero monografico “Scuola Materna Osio Sopra 1908 – 1998” a cura di V.F. e F.P.)

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La nuova struttura conosciuta come “Cinemino”

Trascorsi due anni dalla demolizione del vecchio salone, nel 1937 il parroco del tempo don Felice Pedrinelli (ad Osio Sopra dal 1920 al 1944) dà mano alla costruzione di una nuova sala con annesse, in seguito, due ampie aule come abbozzo di primo oratorio maschile. Si tratta della vecchia costruzione sita in contrada Castello con ingresso da via Mangili, conosciuta come “il vecchio cinemino”. Esiste un manoscritto/appunto del 1942 di don Felice Pederinelli in merito alle opere dal lui effettuate nel suo mandato di parroco.

Egli rammenta:

“Eseguita costruzione di salone (prima che costruissi il nuovo Oratorio maschile) nell’orto della casa parrocchiale; comperati terreni ed intestati al Consorzio Economico Diocesano a scopo di erigere più tardi l’Oratorio Maschile che fu poi costruito nel 1937/38 con teatro ben arredato di sedili di ferro a poltrona, con Cappella, con cortile cintato dotato di acqua potabile …”

[tratto da Ös a Ös numero speciale nuovo Oratorio – febbraio 2001).

Il vecchio “Cinemino”, una volta dismesso a fine anni ‘50, viene adibito a magazzino.

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Secondo la testimonianza di chi l’ha frequentato all’epoca, è presente una caratteristica passerella coperta e chiusa (un sovrappasso, dunque) che attraverso un piccolo labirinto congiunge il locale con la sacrestia. L’ambiente nasce pure come sala riunioni per le diverse associazioni che in paese stanno fiorendo. La struttura con platea e loggione ben si presta anche a rappresentazioni teatrali e ciò permette la rinascita di una compagnia filodrammatica. Nel 1942 il paese di Osio Sopra supera le 2000 unità di abitanti.
Un deciso impulso alle iniziative del salone teatro viene dato dal parroco don Gino Rondi (ad Osio Sopra dal 1944 al 1948). Nell’immediato dopoguerra, in un momento di risveglio collettivo, vi è un fiorire di iniziative culturali, iniziano le proiezioni cinematografiche (autorizzazione ottenuta nel 1947) e la rappresentazione di spettacoli di varietà. Anche la Filodrammatica riprende vigore.

Cenni sull’attività della Filodrammatica

A proposito di quest’ultima associazione vi sono documenti e foto, datati alcuni anni dopo, che ne illustrano la … vivace e alterna attività, condita anche da un poco di diatriba tra i vari componenti. Il primo documento è sempre risalente a “Il Piccione del Campanile” (n. 6 del 1951) che riporta una lettera dell’allora presidente Salvi Crotti. Egli chiede che, per l’attività di volontariato che la Filodrammatica svolge, essa venga a far parte della S.A.V.A.S. (Società Anonima Volontari Azione e Sacrificio).

A questa lettera vi è una piccata risposta dell’ex presidente della compagnia Rino Teli che fa risalire, come già menzionato, la tradizione filodrammatica ad Osio Sopra al 1911; nel medesimo scritto egli, per ribadire che la compagnia deve invece avere la sua indipendenza, asserisce che la stessa ha già un drappo (bandiera, labaro) proprio con ricamato il motto “Ad Astra”, con lettere argentee e con sullo sfondo turchino l’orsa minore, idea di don Agostino Ghilardi curato ad Osio Sopra dal 1943 al 1946. Rammenta che la Filodrammatica in 4 anni, a datare dal 1946, ha all’attivo ben settanta rappresentazioni, soffermandosi anche sui sacrifici sostenuti allorché per le trasferte

“… viaggiava con la cavallina bianca del Cesco e col carro incappottato del Ferruccio”. Comunque sembra apparire che la Filodrammatica dopo anni d’impegno abbia un momento di stasi o addirittura si sia sciolta. Il numero 12 de “Il Piccione del Campanile” infatti pubblica la notizia “Finalmente si è ricostituita nel nostro paese la compagnia filodrammatica. Dopo lungo periodo di riposo era anche tempo che si svegliassero. Abbiamo avuto questa bellissima notizia da un nostro collaboratore ma non sappiamo dirvi quando avverrà la prima esibizione (speriamo presto). Ai cinque o sei appassionati che si sono decisi … auguri!”.

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La Compagnia deve aver preso slancio e competenza, come attesta un documento del 12 giugno 1954; è una lettera con la quale la giuria del concorso filodrammatico Bresciano-Bergamasco comunica al curato don Cristoforo Oberti che la Filodrammatica di Osio Sopra è risultata prima al concorso, svoltosi a Palazzolo sull’Oglio, con il punteggio di 288 su 300 e vincendo la coppa Leone XIII, un premio di £. 25.000 e la targa del pubblico, “… dando prova del suo valore ed esempio di serietà e correttezza …”.

Nasce l’dea di un nuovo auditorium

A occhio e croce, nel vecchio salone i posti a sedere superano di poco le 100 unità. La popolazione è in continuo aumento dato che vi è una certa immigrazione da tutta la provincia per l’attrattiva di posti di lavoro alla Dalmine. Già nel 1954 infatti Osio Sopra registra 2300 abitanti. Le proiezioni cinematografiche, basate soprattutto su film mitologici e western nonché su produzioni divenute da subito cult (tipo “Via col vento”), vedono presto il tutto esaurito anche perché sono a colori e in cinemascope. C’è da tener presente che all’epoca la TV è ai suoi esordi, con un solo canale e per di più in bianco e nero. Data l’affluenza di pubblico e le pressanti necessità di ristrutturazione per la messa in sicurezza dell’edificio, emerge l’esigenza di provvedere ad una nuova soluzione per gli ambienti.

Don Severino Vitali (parroco ad Osio dal 1948 al 1958) ci pensa e, pur progettando un amplio nuovo salone, dà soprattutto precedenza alla costruzione dell’oratorio e ad edificare o riadattare case per le famiglie povere del paese.

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Alla morte di don Severino diviene parroco di Osio don Pietro Rota (ad Osio dal 1958 al 1993). In un suo scritto riguardante la costruzione del nuovo auditorium egli afferma:

“Era curato allora Don Pietro Locatelli, e nei primi incontri mi parlò subito del problema Cinema, da realizzare subito con la costruzione di uno nuovo sul posto già preparato, dove sorge l’attuale. Mi diceva che dalla Questura già da tempo era arrivata la diffida ad usare quello esistente, perché inagibile. Gli risposi di lasciarmi il tempo per prendere visione della parrocchia, calcolare entrate e uscite, conoscere in concreto la generosità della popolazione, stabilire buoni rapporti con l’Amministrazione comunale ed in fine vedere quali potessero essere veramente i problemi più urgenti da affrontare”.

L’Auditorium S. Zeno

Il problema gli sta comunque a cuore e dopo aver provveduto ad alcune opere ritenute prioritarie per la parrocchia egli avvia il progetto del nuovo cineteatro. Il 14 agosto 1960 avviene la posa della prima pietra con la presenza del Vescovo di Bergamo mons. Giuseppe Piazzi. Così descrive l’avvenimento don Rota:

“il Vescovo benedisse la prima pietra del Cinema, che venne deposta sotto il pilastro di sinistra dell’attuale costruzione, insieme alla pergamena firmata dal Vescovo, da me, dal Curato (don Egidio Aristolao) e dal Presidente del Consiglio pastorale parrocchiale per gli affari economici …

La spesa da affrontare la prevedevo forte e, dopo tutto quello che si era speso e con debiti ancora da saldare, bisognava pensarci due volte. Ne parlai al Vescovo, che mi incoraggiò, e subito mi misi in contatto con il professore Montecamozzo di Milano, un grande esperto in fatto di Cinema … Insieme abbiamo studiato e ristudiato il progetto, togliendo, aggiungendo, riducendo per contenere la spesa, ed infine abbiamo deciso, io e il progettista, senza consultare nessuno, assumendomi tutte le responsabilità, affidandomi alla Provvidenza, che mi aveva sempre assistito.

Trovata disponibile l’Impresa Salvini di Piazza Brembana, che conoscevo, quando ero parroco di Mezzoldo, espletate in tutta fretta le pratiche di approvazione del progetto, ottenuti tutti i permessi e licenze necessari, prima della fine di luglio 1961, veniva impiantato il cantiere dando inizio così ai lavori …”.

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La nuova sala, denominata Auditorium S. Zeno, viene inaugurata il 19 marzo 1962, sempre dal vescovo di Bergamo, con una spettacolare rappresentazione. La stampa dà ampio resoconto dell’avvenimento con titoli del tipo “Un Auditorium d’avanguardia è sorto ad Osio Sopra” ; titoli meritati oltretutto, sia per la bellezza che per la funzionalità dell’edificio, specie se il paragone è portato con quelli esistenti in quel periodo in provincia.

La capienza risulta di 394 posti a sedere distribuiti tra la sala principale con pavimento leggermente degradante verso il palco e i due loggioni scenografici collocati ai fianchi della platea.

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“I magnifici sette” è il titolo del film d’esordio mentre è nel ricordo di molti la proiezione del film “Ben Hur”, addirittura in prima visione con le sale della città.

La realizzazione del nuovo auditorium vede poi un seguito di manifestazioni, proiezioni, varietà, concorsi canori, tra cui il celebre “S. Zeno d’oro”. Fioriscono anche ben tre compagnie di appassionati alle varie arti e forme di rappresentazione: oltre la filodrammatica classica, vi sono quella del teatro dialettale e quella del varietà.

Viene persino creata una scuola di dizione. La parte del leone la fa comunque la proiezione di film, all’inizio assai frequente anche durante la settimana: martedì, giovedì, sabato; la domenica pomeriggio film per ragazzi e la sera ben due proiezioni; il lunedì, mercoledì e venerdì sera la sala è impegnata per le prove delle tre diverse compagnie teatrali.

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Al fine di non dilungarci oltre, per coloro che volessero sapere molto altro sull’ origine dell’Auditorium S. Zeno e sui suoi primi gloriosi esordi esiste in internet, all’indirizzo

http://xoomer.virgilio.it/akmoy/sitosala800x/Storia%20Auditorium.htm

(Per chi trovasse difficoltà nel visualizzare l'articolo, puo cliccare QUI)

un bell’articolo scritto da don Pietro Rota e chiosato da Felice Pinotti.


Un fatto comunque merita di essere menzionato perché riguarda il “vecchio” MicroOsio, fatto che non è riportato su nessun numero del giornalino cartaceo.

Si tratta dell’esperienza del cineforum attivata dai giovani redattori del Micro. La Parrocchia mette a disposizione gratuitamente l’auditorium, anche se con scetticismo; “… i film da cineforum più che gustati sarebbero subiti dalla nostra gente”, questo l’ammonimento all’entusiasmo dei giovani. Le pellicole, ottenute attraverso il circuito Cineforum dell’Associazione Cattolica Esercenti Cinema, in verità sono dei “mattoni”.

Per i cinefili si portano alla memoria titoli come “Il posto delle fragole”, “Settimo sigillo” fino a “Come in uno specchio” e “Luci d’inverno”, tutti del regista Ingmar Bergman. In effetti più di 50 persone per volta (pur ad ingresso gratuito) non si racimolano.

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Tuttavia l’esperienza del cineforum, aggiunta a quella del giornale MicroOsio attira, non si sa come, l’attenzione della TV di stato che dedica alle iniziative dei giovani di Osio un bel servizio trasmesso sul canale RAI 1 (ce n’erano solo due all’epoca) prima del telegiornale della sera.

La sala della Comunità

Con l’andar del tempo, le sale cinematografiche parrocchiali non riescono a reggere la concorrenza con le neonate multisale. Inoltre tutte le famiglie hanno ormai la TV a colori, si moltiplicano le emittenti e l’offerta di intrattenimento si amplia.

In tal modo anche il glorioso Auditorium S. Zeno perde appeal e si sciolgono le compagnie di spettacolo ad esso legate. I costi di gestione con minor afflusso di utenti diventano poco a poco insostenibili e di conseguenza si diradano la programmazione di avvenimenti e il conseguente utilizzo della sala.

Inoltre sono emanate nuove disposizioni sulla sicurezza degli edifici adibiti a pubblico spettacolo e l’Auditorium S. Zeno, ormai con oltre trent’anni di utilizzo alla spalle, si trova fuori norma ed inagibile.

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Un risveglio avviene verso l’inizio del 2000. Parroco di Osio Sopra è don Eliseo Pasinelli. Il 4 febbraio 2001 viene inaugurato il nuovo Oratorio e sul numero speciale di “Ös a Ös” dedicato all’avvenimento il parroco illustra anche lo stato di avanzamento del progetto per mettere a norma l’Auditorium S. Zeno e renderlo di nuovo funzionale:

“Anche questa è in cammino. Le poltroncine sono ormai pronte. L’impianto di riscaldamento e di aerazione è quasi terminato. L’impianto elettrico e sonoro è già in corso. Gli arredi interni tutti da applicare. Quindi forse …ad aprile- maggio dovrebbe essere finito. Ma certo le sorprese potrebbero non essere finite … le previsioni dovrebbero darci una spesa globale di 690 milioni di £. … Abbiamo fatto una richiesta al Ministero che dovrebbe pagare i tre quarti degli interessi su un prestito bancario di 630 milioni di lire … il resto a carico della parrocchia”.

Terminata la messa a norma e la parziale ristrutturazione, l’edificio, pur mantenendo anche il nome originario di Auditorium San Zeno, viene denominato “Sala della Comunità”.

L’occasione di aver di nuovo la struttura agibile vede il sorgere di un vivace gruppo di volontari impegnati a gestire una serie di avvenimenti, riprendendo anche le proiezioni di film.

Adagio adagio però l’entusiasmo si spegne e la sala della comunità ritorna ad essere sottoutilizzata. Il colpo decisivo viene anche dato dall’introduzione e dal diffondersi dei film con tecnologia digitale che presenta notevoli costi di adeguamento dei macchinari da proiezione.

La Sala della comunità, sempre bella e funzionale, è tuttavia ancor oggi l’unico locale di una certa capienza a disposizione del paese. La Parrocchia fa del suo meglio per tenerla viva; essa funge da supporto a molte attività dell’oratorio e della Scuola dell’infanzia, ospita saltuariamente concerti, dibattiti, rappresentazioni, spettacoli, musical, saggi ed anche mostre.

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Essendo i saloni e i cineteatri parrocchiali, pur nei vari passaggi di sedi e di strutture, da oltre cento anni punto di riferimento e di aggregazione dell’intero paese, l’attuale Sala della Comunità meriterebbe di essere ulteriormente valorizzata, anche solo per riconoscenza a chi vi ha messo impegno e sacrificio (anche economico).

Non è forse l’attuale struttura intitolata alla “Comunità”?

Speriamo almeno che il buon S. Zeno, nostro patrono, non ne abbia a male se è stato privato dalla dedica; anzi che ci dia ancora una mano a ridare nuova vitalità al nostro beneamato Auditorium!


V.F. (Ottobre 2015)

Categoria: Gli anni '50 e '60
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