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(I risultati del referendum a Osio Sopra)

Il 2 giugno 1946 il popolo italiano, uscito distrutto da più di 20 anni di dittatura e da una guerra persa, fu chiamato a votare per il referendum istituzionale e, contemporaneamente, per l’elezione dei 556 deputati dell’Assemblea Costituente.

Dopo la fine della seconda guerra mondiale risultava chiaro a tutti che il vecchio "Statuto Albertino" doveva essere rivisto e sostituito da una nuova carta costituzionale, così come stava avvenendo in tutta Europa. Con il referendum istituzionale, indetto per il 2 giugno, si chiedeva agli elettori di scegliere la forma di governo per l’Italia: Monarchia o Repubblica?

 La dinastia dei Savoia e lo "Statuto Albertino"

Nei primi mesi del 1861 si tennero le prime elezioni dell'Italia unificata e il "Parlamento subalpino", nella seduta del 17 Marzo 1861, dichiarò ufficialmente nato il Regno d'Italia affidandolo nelle mani di Sua Maestà Vittorio Emanuele II "Re d'Italia, per grazia di Dio e volontà della Nazione". Come carta costituzionale il Parlamento assunse lo "Statuto Albertino", emanato nel 1848 da Carlo Alberto, allora re di Sardegna, sempre della dinastia dei Savoia.

Ecco i primi articoli dello Statuto Albertino:

Vittorio Emanuele II per decenni è stato soprannominato il "re galantuomo" per il suo spirito patriottico e la difesa delle garanzie contenute nello Statuto Albertino. La storiografia moderna ha notevolmente ridimensionato la sua figura a seguito di numerose testimonianze e soprattutto dopo la pubblicazione dei colloqui intervenuti con il generale austriaco Radetzky.

Alla sua morte, gli successe il figlio Umberto I al quale viene riconosciuto il merito di essersi speso, anche personalmente, per debellare il morbo del colera scoppiato a Napoli nel 1884 e per aver abolito la pena di morte. Accanto a questi riconoscimenti positivi a Umberto I vengono ascritte una serie di repressioni sanguinarie nei confronti dei suoi oppositori, repressioni che gli valsero il soprannome di "re mitraglia". Nel 1900 fu vittima di un attentato a Monza ad opera dell'anarchico Gaetano Bresci.

Salì al trono nel 1900 il di lui figlio Vittorio Emanuele III che attraverserà tutte le vicende del 1900: la prima guerra mondiale, il ventennio fascista, la seconda guerra mondiale. L'opinione pubblica gli attribuiva una serie di responsabilità. In primo luogo quella di aver aperto la fascismo e di essersi lasciato trascinare in guerra a fianco della Germania di Hitler. La responsabilità più grave fu quella di essere fuggito a Brindisi, al sicuro, prima di firmare l'armistizio, 8 Settembre '43, con gli alleati anglo-statunitensi. Questo lasciò il paese in balia dei tedeschi che, sentendosi traditi, scaricarono tutta la loro furia sui militari e sulla popolazione civile. Un mese prima del referendum Monarchia-Repubblica, nel tentativo di consentire la sopravvivenza della dinastia sabauda, abdicò in favore del figlio Umberto II.

Umberto II , soprannominato "re di Maggio", salì al trono il 9 Maggio del 1946 e il 13 Giugno, dopo la proclamazione dei risultati del referendum, pronunciò il suo discorso finale e partì per l'esilio.

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Vittorio Emanuele II
(1861-1878)
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Umberto I
(1878-1900)
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Vittorio Emanuele III
(1900-1946)
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Umberto II
(1946)

 

Verso la Costituzione Repubblicana

Si fa coincidere la caduta del fascismo con la destituzione di Mussolini da capo del Governo e la sua carcerazione sul Gran Sasso il 25 Luglio del 1943. il 9 Settembre dello stesso anno, all'indomani dell'armistizio con gli Alleati anglo-statunitensi, in tutta Italia si erano costituiti i CLN, Comitati di Liberazione Nazionale, formati dai rappresentanti di tutti i partiti dello schieramento antifascista. La sede centrale di Roma coordinava le attività dei Comitati sparsi su tutto il territorio nazionale. Il CLN aveva da subito, e apertamente, condannato la monarchia ponendo la questione istituzionale (monarchia o repubblica ?); aveva però deciso di rimandare la questione alla fine della guerra.

Dopo la liberazione e la fine della guerra, con l’elezione di Alcide de Gasperi a presidente del Consiglio, nel Dicembre del '45, iniziò il dibattito sulle istituzioni.

Si fronteggiavano due schieramenti politici: liberali, monarchici e qualunquisti a favore della monarchia; comunisti, socialisti, repubblicani e azionisti a favore della repubblica.
I toni della propaganda per il referendum e per l’Assemblea Costituente furono molto accesi.

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Manifestazione anti-monarchica in Piazza Duomo a Milano (Maggio 1946)

 

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2 Giugno 1946. si vota per il referendum e per l'elezione dell'Assemblea Costituente

 

Il suffragio universale

Il 2 giugno 1946 si votò, per la prima volta, a suffragio universale: anche le donne, di almeno 21 anni, potevano esprimere le loro scelte politiche; in verità queste avevano già votato, per la prima volta, per le amministrative del marzo 1946.

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Le donne votano

Il suffragio universale in Italia era stato istituito nel 1912, ma le donne continuarono ad essere escluse: solo gli uomini avevano diritto di voto a condizione che avessero frequentato un corso di istruzione obbligatorio o che avessero prestato servizio nell’esercito. Solo nel 1925 veniva concesso il voto alle donne, di almeno 25 anni, ma alle seguenti condizioni:

 

Dal "Corriere della Sera" del 2 Giugno 1946

Monarchia o repubblica? Si vota

È il giorno del referendum istituzionale. Gli italiani sono chiamati a scegliere tra monarchia e repubblica. E insieme ad eleggere i componenti dell’Assemblea costituente che dovrà scrivere la nuova Costituzione. Si vota oggi, fino alle 22, e domani mattina fino a mezzogiorno. È la prima, grande consultazione nazionale dell’Italia libera. Gli aventi diritto al voto sono circa 28 milioni. Non votano i cittadini dell’Alto Adige e della Venezia Giulia, non ancora tornati totalmente sotto la sovranità italiana.

Come si vota al referendum

Il voto per la repubblica o per la monarchia si dà con la scheda per il referendum segnando una crocetta nel quadratino posto di fianco al distintivo: la donna turrita sullo sfondo dell’Italia per la repubblica, lo stemma sabaudo, pure con lo sfondo dell’Italia, per la monarchia. Il voto di lista per la Costituente si dà segnando una crocetta nel quadratino che si trova accanto al distintivo di ogni lista e che porta il numero della lista stessa.

Senza rossetto nella cabina elettorale

Al seggio meglio andare senza rossetto alle labbra. Siccome la scheda deve essere incollata e non deve avere alcun segno di riconoscimento, le donne nell’umettare con le labbra il lembo da incollare potrebbero, senza volerlo, lasciarvi un po’ di rossetto e in questo caso rendere nullo il loro voto. Dunque, il rossetto lo si porti con sé, per ravvivare le labbra fuori dal seggio. Perché, come ha scritto Dorothy Thomson, «non è azzardato affermare che saranno le donne a far pencolare la bilancia in favore della monarchia o della repubblica».


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Il 2 giugno, giorno del voto, non ci furono i temuti disordini nonostante l’esercito fosse ancora legato al giuramento di fedeltà alla Corona, l’esperienza della Resistenza fosse recente e molti uomini fossero ancora in possesso di armi.

L’affluenza alle urne fu veramente massiccia: votò quasi il 90% degli aventi diritto; anche le donne votarono con un’affluenza alta, e contribuirono ad eleggere 21 donne tra i 556 deputati dell’Assemblea Costituente.

I risultati del referendum, diffusi il 10 giugno 1946, proclamarono la vittoria della repubblica con un margine di 2 milioni di voti, e quindi la fine della monarchia.
Dopo soli 3 giorni il re Umberto II, il “ re di maggio” (così chiamato perché aveva regnato dal 10 maggio al 13 giugno 1946) partì per l’ esilio in Portogallo.

La proclamazione ufficiale della nascita della Repubblica Italiana da parte della Corte di Cassazione avvenne il 18 giugno 1946.

Solo nel 1949 si istituì la data del 2 giugno come festività nazionale, soppressa però nel 1977 a causa della crisi economica - erano troppi i giorni festivi infrasettimanali -; le celebrazioni vennero perciò spostate alla prima domenica di giugno. Nel 2001 ( Legge n. 336 del novembre 2000) la festività venne ripristinata: era un dovere ricordare tutti coloro che, con o senza armi, avevano contribuito alla nascita di un’Italia libera e democratica.


I risultati del Referendum istituzionale

 

 

    ITALIA   Lombardia   Prov. Bergamo
                   
Aventi diritto   28.005.449     4.150.851     394.757  
Votanti   24.946.878 89,08%   3.784.061 91,16%   356.834 90,39%
Voti validi   23.437.143     3.545.518     330.005  
                   
Repubblica   12.718.641 54,27%   2.270.335 64,03%   162.542 49,25%
Monarchia   10.718.502 45,73%   1.275.183 35,97%   167.463 50,75%

 

La provincia di Bergamo votò, anche se in maniera risicata, per la monarchia, nonostante le grosse delusioni che questa aveva inferto.

La città di Bergamo, invece, diede una discreta maggioranza alla repubblica:con 29.433 (52,61%) voti contro i 26.512 (47,39%) a favore della monarchia.

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 Il voto referendario nelle regioni italiane

Le regioni del centro-nord votarono in maggioranza per la repubblica; il Piemonte, terra del re, diede solo il 43,1% dei voti alla monarchia. Fu un’umiliazione per la casa regnante. Se l’era meritata?

Nel nord Italia la repubblica vinse in quasi tutti i centri urbani più importanti; le regioni del sud votarono a larga maggioranza a favore della monarchia. 

L’Italia, divisa fra un nord prevalentemente repubblicano e un sud monarchico, vide la protesta dei monarchici che denunciarono brogli e voti mancanti dei prigionieri di guerra e dei lager, non ancora rimpatriati, e dei cittadini dell’Alto Adige e della Venezia Giulia, ancora sotto l’Amministrazione degli Alleati.

 

La votazione e il risultato referendario a Osio Sopra

I componenti delle sezioni erano stati eletti dal Consiglio comunale il 13 Maggio:

Per la Sezione n. 1: Maccarini Battista, Colombo Felice, Finco Stefano, Cologni Giuseppe, Carsana Pietro, Colleoni Erminia, Seminati Pietro, Abati Paolo.

Per la Sezione n. 2: Bacis Domenico, Franchini Angelo, Crotti Angelina, Raimondi Alessandro, Previtali Vincenzo, Crotti Egidio, Donati Angelo, Foresti Giuseppe.

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Nomina degli scrutatori per il referendum del 2 Giugno 1946

Lo scrutinio delle schede evidenziava a Osio il seguente risultato:

    Osio Sopra
       
Aventi diritto   1.048  
Votanti   987 94,18%
Voti validi   907  
       
Repubblica   416 45,87%
Monarchia   491 54,13%

 

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Il risultato referendario a Osio Sopra

L'appunto preso evidentemente da uno scrutatore presente al seggio, trova riscontro nelle tabelle di riepilogo compilate ufficialmente dai componenti del seggio elettorale durante lo spoglio delle schede. I documenti relativi a Osio Sopra sono conservati nell'Archivio Comunale..

 


L'elezione dell'Assemblea Costituente 

Ecco i risultati ufficiali dell'elezione dell'Assemblea Costituente nei vari ambiti territoriali:

 Simbolo  Lista Italia Prov.
Bergamo
Osio
Sopra
dc DC
Scudo crociato
35,21  54,60  63,98 
psiup PSIUP
Falce, martello e libro
20,68  22,28  19,57 
pci PCI
Falce, martello e stella
18,93  9,62  9,40 
pa Partito d'azione
Fiaccola ardente e stelle
6,78  3,54  2,01 
uq Uomo qualunque 5,27  3,52  1,45 
pri PRI
Foglia d'edera
4,36  2,58  1,23 

 

La Democrazia Cristiana ottenne il 35% dei voti popolari soprattutto tra i ceti medi; le sinistre ( Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria e il Partito Comunista Italiano) superarono il 40% con i voti delle masse operaie; la destra, rappresentata dai nostalgici del periodo fascista e critica nei confronti della DC e della Sinistra, ottenne il 10-11% delle preferenze.
I partiti di massa ottennero perciò 426 dei 556 seggi complessivi: 207 seggi alla DC, 115 al PSI e 104 al PCI, e furono proprio questi tre partiti a scegliere e proporre le strutture fondamentali della repubblica democratica italiana.

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Assemblea Costituente - Il risultato di Osio Sopra dagli appunti di uno scrutatore

A Osio Sopra 572 elettori consentirono la vittoria alla Democrazia Cristiana (Scudo Crociato) che ottenne il 63,98% delle preferenze.
La lista “Falce martello e libro” (PSIUP) ottenne 175 voti e quella di “Falce martello e stella” (PCI) 84 voti.


La Costituzione repubblicana

L’Assemblea Costituente, eletta il 2 giugno 1946, si riunì nella prima seduta il 25 giugno 1946; il 15 luglio l’Assemblea deliberò l’istituzione di una Commissione per la Costituzione composta da 75 deputati con il compito di proporre un progetto di Costituzione; tale Commissione terminò i lavori il 1 febbraio 1947.

Il testo definitivo della Costituzione della Repubblica italiana fu votato a scrutinio segreto, con 453 voti favorevoli e 62 contrari, il 22 dicembre 1947; la Costituzione fu promulgata il 27 dicembre 1947 ed entrò in vigore il 1 gennaio 1948.

 

ART. 1

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.


ART. 2

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

ART. 3

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.


S.B. e BGp (Giugno 2016)


Sul web, in occasione della Festa della Repubblica 2016, è apparso un video che racconta la storia della nascita della Repubblica in poco più di due minuti. A realizzare il filmato è «Accasfilm», realtà indipendente composta da un team di professionisti che produce contenuti originali per web e media tradizionali. Ecco il filmato pubblicato sul canale YouTube di Accasfilm .


 

Categoria: La storia recente
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