tn pietromodesti1Ci siamo incontrati poche volte, ma mi hai sempre salutato con un grande sorriso che mi ha incoraggiato a fermarti e a chiederti della tua vita di musicista. Ho pensato a te come a un giovane talento che se n’è andato dal paese con la speranza di trovare opportunità per dare un futuro alla sua passione per la musica.

Arrivo al perché della mail: a Osio Sopra è nato da poco un giornale on-line dove c'è una rubrica dedicata agli osiesi che sono usciti dal paese per motivi di studio o di lavoro. Sarebbe interessante conoscere la vita, le difficoltà, le soddisfazioni, i sogni, le passioni di un giovane che ha deciso o è stato obbligato a lasciare il paese per realizzare i suoi progetti.

Se tu fossi disponibile vorrei proporti una serie di domande per farti conoscere meglio. Le domande sono solo uno stimolo per conoscerti; se desideri raccontare secondo un tuo ordine, sei liberissimo. Vorrei solo che i tuoi compaesani sapessero che c’è un giovane che si sta dando da fare per realizzare un suo sogno.

Sperando in una tua risposta, ti auguro tutta la fortuna che ti meriti.

S.B.

Pietro ha risposto in tempi brevi alla mail. Mi ha poi dedicato, in occasione di un suo rientro in Italia per motivi di studio-lavoro, un bel po’ del suo tempo prezioso per  illustrarmi dal vivo le sue diverse attività. L’ho quindi pregato di ampliare un po’ le risposte relative alla sua professione.


Quando e come ti è nata la passione per la musica?

pietrocornaNon è facile assegnare una data precisa alla nascita di questa ‘passione’: iniziai a suonare la tromba all’età di 8 anni solo per gioco e come passatempo, senza nessuna pretesa se non quella di evadere dal contesto domestico e passare del tempo con i miei coetanei, soprattutto in età adolescenziale. 

La mia attitudine rimase praticamente invariata fino all’età di 16 anni. Nel frattempo ho conosciuto il maestro Francesco Chigioni e ho iniziato, dopo aver mosso i miei ‘primi passi’ nel Corpo Bandistico ‘S. Donato’ di Osio Sotto, a frequentare prima gli ambienti di quel gruppo che, anni dopo, avrebbe preso il nome di ‘Musica Ragazzi’ e, successivamente, quelli della Scuola Civica di Osio Sopra. Quindi, per tornare alla domanda: "Come è nata la passione?" La mia risposta è fin troppo scontata: SUONANDO.

Quale strumento suoni, da quanti anni? Qual è stato il tuo percorso scolastico e quali corsi hai frequentato per perfezionarti nello strumento?

Ho iniziato all’età di 8 anni a studiare la tromba presso il corpo musicale ‘S. Donato’ di Osio Sotto con la guida prima del m° De Ponti e poi del m° Castelli. Dopo qualche anno di scolarizzazione ho iniziato a partecipare attivamente all’attività musicale della banda, che era diretta dal m° Gueli. Parallelamente ho iniziato anche a frequentare l’ambiente musicale di Osio Sopra, grazie all’incontro con il m° Chigioni all’interno della scuola media. A 16 anni ho deciso di studiare a Osio Sopra con il m° Magli che mi ha spinto a tentare l’esame di ammissione presso il conservatorio ‘G. Donizetti’ di Bergamo. Passata l’audizione ho studiato la tromba a Bergamo con il m° Giussani.
Mi sono diplomato in tromba nell’ anno 2006.
Durante l’ultimo anno del conservatorio ho deciso di orientare i miei studi post diploma verso la musica rinascimentale e, quindi, di dedicarmi allo studio e alla performance su strumenti antichi.
A gennaio del 2007, dopo l’ultima mia produzione teatrale come trombettista di fila, ho iniziato lo studio del cornetto prima a Bologna e, un anno dopo, presso la prestigiosa Schola Cantorum Basiliensis a Basilea appunto.
Passare dalla tromba al cornetto non è stato facile: la quasi totalità dei miei ex colleghi mi ha pesantemente criticato, se non deriso, a volte. Tuttavia sono soddisfatto per aver intrapreso questa strada. Gli unici due musicisti che mi hanno appoggiato, fin da subito, in questo percorso sono stati il mio ex insegnante Giussani e il maestro Chigioni.

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Perché non ti è stato possibile fermarti in Italia per coltivare la tua passione?

Amo l’Italia, amo Bergamo…non sempre i Bergamaschi.
Son VOLUTO partire perché l’eccellenza stava altrove! Nessuno mi ha obbligato, ma tanti mi hanno dato del cretino (mi si conceda il termine).
La risposta a questa domanda non potrà essere che una implicita e pesante critica sui gusti e sulle attenzioni culturali dei cittadini del nostro bel Paese.
Il Paese è bello, ma le teste che lo popolano e lo governano non sempre sono con questo in sintonia.
I soldi per la cultura sono e saranno sempre meno: immagina per quelli che si occupano di un micro settore culturale come quello della musica rinascimentale!
Sono andato là dove c’era e c’è l’eccellenza europea per la formazione professionale in questo settore, ovvero a Basilea.
Non è stato facile partire, ma posso dire con orgoglio che ho fatto tutto da solo: ho visto la scuola, incontrato gente, fatto domande, convinto la mia famiglia che stavo facendo la scelta giusta e, un po’ inconsciamente, dopo aver passato l’audizione d’ingresso, sono partito in automobile con un amico carico di valigie e con la speranza di poter tornare presto a casa mia.
Era il 7 settembre del 2009.

 

In Svizzera vivi di sola musica? Quali altre attività svolgi per vivere?

In Svizzera, per poter sopravvivere da studente ‘fuori sede’, ho dovuto fare diversi lavori (l’imbianchino, l’autista, la ‘maschera’ ai concerti) perché inizialmente i concerti erano pochissimi e le occasioni per farmi conoscere ancora meno.
Fortunatamente in tutti i miei cinque anni di carriera scolastica elvetica ho sempre ricevuto degli aiuti, sia dal governo svizzero sia da parte della mia famiglia.
Permettimi una breve considerazione, che sorge legittima quando si analizza da vicino il lavoro degli amministratori d’oltralpe: per il governo svizzero gli studenti sono una categoria da difendere, proteggere e sostenere e non dei furbi perditempo!
Esistono enti pubblici e fondazioni private che concedono denaro a titolo gratuito per sostenere economicamente gli studenti in ogni fase della loro carriera scolastica (questi fondi possono servire per pagarsi l’affitto o per comprare attrezzature nuove, fondamentali per consolidare le proprie abilità) .
tn predigherkircheOltre a questo, il governo mette a disposizione dei fondi aggiuntivi per tutti gli studenti che provengono dai Paesi esteri, e l’assegnazione vien fatta solo in funzione del reddito.
Da queste parti gli stranieri sono ‘stranamente’ ( lo dico con tutto l’eufemismo possibile) visti come un valore aggiunto e non come un peso sociale.
Non vorrei che si facesse confusione su questo punto fondamentale; te lo spiego in altre parole: paragonato all’indice di ricchezza svizzera, il tipico Italiano medio non raggiunge nemmeno la soglia di povertà, quindi figurati un giovane musicista straniero…
Per l’amministrazione locale basilese, dal punto di vista esclusivamente economico, al momento del mio arrivo in Svizzera, non ero tanto diverso dai nostrani immigrati che troppo spesso nel nostro Paese vengono visti come un costo sociale, anche se di frequente hanno un livello culturale elevato e che, se integrati con intelligenza, avrebbero molto da offrire al nostro Paese e potrebbero farsi portavoce dell’eccellenza Italiana nel mondo.
Questo gli Svizzeri l’hanno capito da qualche decennio.
Anche l’eccellenza viene premiata, ovviamente; ma questo avviene a prescindere dalla nazionalità, dal sesso, dall’orientamento politico, religioso o sessuale.
Ti faccio un semplice esempio: il primo anno ho ricevuto una borsa di studio consistente, semplicemente compilando un modulo e inoltrandolo alla segreteria della mia scuola. Nessuno mi conosceva e nessuno mi aveva mai sentito suonare o visto lavorare.
Mi rammarica dirlo ma, in Svizzera, non ho mai dovuto convincere nessun amministratore che il mio lavoro, anche se di natura culturale, fosse un’attività a tempo pieno e che, per poterla svolgere, fosse stato necessario acquisire una formazione professionale di alto livello, esattamente come tante altre attività lavorative di tipo indipendente.
(Questo avviene anche perché, oltre che avere una sensibilità culturale encomiabile, chi amministra ha una preparazione adeguata per ricoprire questo incarico ).
Ora sono un libero professionista e svolgo principalmente quattro attività:

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  • Quella concertistica a livello internazionale, principalmente in Svizzera e Italia, - ma anche in Francia, in Germania, in Belgio e in Olanda - collaborando a progetti artistici di varia natura, tutti però incentrati sulla musica europea del periodo rinascimentale.
  • Quella didattica: dal settembre 2013 insegno cornetto presso la Civica Scuola di Milano e tengo occasionalmente corsi di approfondimento sulla prassi esecutiva rinascimentale nei conservatori Italiani. L’ attività presso la Scuola Civica è una grande occasione per me in quanto posso lavorare su due livelli diversi: insegno la pratica del mio strumento, ma inoltre ho ideato diversi progetti didattici che hanno lo scopo principale di diffondere in maniera efficace lo studio di questo strumento quasi sconosciuto. A questo proposito ho iniziato, nel gennaio di quest’anno, un corso rivolto principalmente ai dilettanti incentrato sia sulla pratica dello strumento che sulla prassi esecutiva del periodo rinascimentale. Il mio obiettivo è di poter diffondere in modo eterogeneo lo studio di questo strumento quasi dimenticato, ma che è stato il simbolo dell’eccellenza musicale della nostra nazione fino alla metà del XVII secolo. Secondo il mio parere, per il mondo della musica e dei musicisti professionisti, è fondamentale avere un ricco vivaio di amatori che studiano ( o seguono) con passione la musica antica. Questi stessi amatori saranno poi gli stessi che, avendo ricevuto una formazione di base adeguata, frequenteranno le sale da concerto e le chiese durante le rassegne e i festival in cui si esibiscono musicisti professionisti e ridaranno vigore e struttura a questo ambiente, ormai diventato salotto per pochissimi intenditori. Questo sarà di stimolo anche per gli organizzatori degli eventi e per le amministrazioni locali, che si troveranno sollecitati ad assecondare le esigenze di un pubblico sempre più attento e critico sull’offerta culturale che gli viene proposta. Se il bacino dell’utenza si espande, l’ammontare economico dell’indotto crescerà facendo aumentare di riflesso i fondi destinati agli eventi culturali e anche il livello culturale del Paese.
  • Quella pseudoludica ovvero l’antiquariato. Ho iniziato per gioco, per sfogo, per necessità ( il conto corrente del concertista è sottoposto a dei picchi molto acuti, soprattutto verso il basso;tn pietromodesti5 per compensare i periodi di magra, ho cercato un lavoro stimolante e mediamente redditizio). Questa fantastica opportunità mi si è palesata quando un grande amico basilese, Renato Pessi, mi ha offerto la possibilità di lavorare come assistente presso il suo atelier di antiquariato. Sotto la sua guida ho imparato a fare piccoli restauri a mobili di valore, quadri, stampe e altri oggetti del passato. Mi piace e mi diverte molto sia il lavoro sia la sua compagnia; e, anche se abbiamo quasi quarant’anni anni di differenza, abbiamo molti argomenti in comune: uno su tutti la musica.
  • Quella di ricerca: occupandomi principalmente di musica ‘dimenticata’ , al momento della stesura di un programma concertistico, devo assolutamente svolgere un’attività di ricerca di tipo musicologico che va dalla contestualizzazione storico artistica del soggetto della ricerca alla trasposizione in notazione moderna della musica scritta con i sistemi notazionali tipici del Rinascimento. Ogni programma ha una sua struttura logica e fonda solidamente le sue basi sulla veridicità storica e musicologica. Senza questo tipo di lavoro si rischia di compiere dei grossolani errori che inficeranno pesantemente la qualità del lavoro proposto al pubblico.

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Studi ancora? Fai concerti?

Ho terminato lo scorso anno gli studi accademici presso la Schola Cantorum conseguendo il titolo di ‘Master of music performance’, la nostrana ‘laurea’ in performance musicale.
Lo studio personale tuttavia, come quello della gran parte dei miei colleghi musicisti, non si conclude mai: ogni giorno si lavora per raggiungere i propri obbiettivi e per fissarne di nuovi. Faccio concerti continuamente, come musicista freelancer integrandomi in gruppi che richiedono la mia presenza o promuovendo progetti personali di ensemble e solistici.

Com’è la tua giornata tipo?

tn basileaAvendo una professionalità tanto variegata non ho una giornata tipo; ogni giorno è diverso a seconda che mi trovi in un luogo piuttosto che in un altro: se sono impegnato in un progetto musicale concertistico la mia giornata la passo suonando e studiando; se sono a insegnare a Milano sono impegnato tutto il giorno; se sono a Basilea studio il cornetto per i progetti concertistici futuri e faccio ricerche di natura musicologico-organologia oppure lavoro all’atelier sotto casa, se serve; oppure ancora faccio trascrizioni musicali dalle fonti antiche; oppure faccio promozione per le mie attività; oppure di nuovo elaboro progetti formativi da proporre alla mia scuola o ad altri conservatori. Non c’è mai domenica: il mio giorno libero solitamente è il giorno che spendo viaggiando da un posto all’altro, ma mi piace molto così.

In quali occasioni torni in Italia?

Insegnando stabilmente a Milano torno in Italia almeno una volta al mese per due-tre giorni in cui concentro tutte le mie lezioni. In queste occasioni visito anche la mia famiglia e concedo un po’ di tempo alle mie amicizie. Altre occasioni per tornare in Italia sono i concerti e le vacanze.

Che cosa ti manca del tuo paese?

Mi appare insufficiente una sola risposta: ne darò tre.

  • Cosa mi manca di Osio? La tranquillità concessa dal fatto che ci si conosce tutti e che, per intendersi, si possa anche non parlare.
  • Cosa mi manca di Bergamo? Piazza Vecchia.
  • Cosa dell’Italia? Onestamente…la confusione. Presa però a piccole dosi.

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Come vedi l’Italia da migrante?

La vedrò sempre come il mio Paese.


Pietro si è rivelato, nonostante le difficoltà incontrate e la fatica, a volte, di arrivare a fine mese, un ottimista che non ha alcuna intenzione di abbandonare il suo sogno di realizzarsi con la musica. Il percorso sarà ancora lungo, ma la sua determinazione e la sua preparazione gli permetteranno sicuramente di arrivare al traguardo prefissato.
Buona fortuna Pietro!

S.B. (MicroOsio)