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tn insiemeLa filanda della Rasica di Osio Sopra, ha segnato profondamente la vita della gente di tutta la nostra zona, a partire dalla metà del 1800 fino alla fine degli anni ’60.

Ha conosciuto il suo periodo di massima occupazione a partire dalla fine del 1800 con la proprietà di certo Gugliemo Scröder, proprietà ceduta, allo scoppio della 1° guerra mondiale, al conte Orsi Mangelli prendendo il nome di SAOM, Società Anonima Orsi Mangelli. Lo stesso proprietario possedeva già da tempo un’altra filanda a Forlì: la OMSA (Orsi Mangelli Società Anonima) attiva e prospera a tutt'oggi.

Dalla fine di Aprile fino alla metà di Giugno, in tutte le case della zona venivano allevati i bachi da seta (i caalér), impegnando in questa attività tutti i membri della famiglia contadina.

Dopo la raccolta dei bozzoli (galète), molte ragazze del paese, ma anche molte forestiere (forèste), erano impiegate nella filanda per la trattura della seta, almeno fino al mese di Ottobre.

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In omaggio a questo mondo e per non disperdere il ricco patrimonio di tradizione orale sull’argomento, l'Associazione Colombera ha raccolto in un libretto una serie di canzoni diffuse in bergamasca e, più in generale, in tutta la Lombardia, legate alla filanda e all’allevamento del baco da seta. Le canzoni diventano inevitabilmente il pretesto per parlare della civiltà contadina, fissare storie, filastrocche conte e racconti della stalla e descrivere, nel dettaglio, le attività legate alla gelsi-bachicoltura e alla trattura/filatura dei bozzoli nella filanda della Rasica.

Da questa ricerca è nata l'idea di proporre alcune delle canzoni raccolte in un concerto. Le canzoni vengono eseguite intercalando proiezioni di fotografie e raccontando brevi spunti in grado di favorire la comprensione dei brani in programma che spesso citano termini tecnici specifici dell'allevamento dei bachi e del lavoro in filanda.

Per una durata complessiva di 80 minuti, si alternano quattro voci femminile affiancate da chitarra, fisarmonica, flauto e percussioni che accompagnano lo spettatore alla scoperta o alla riscoperta di quel mondo.

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L’epopea delle filande coincide con un periodo fondamentale della nostra storia, un periodo di grandi trasformazioni a livello  sociale e lavorativa in tutto il Nord Italia vedendo le donne, per la prima volta, affacciarsi sulla scena politica coinvolgendo la classe operaia femminile nei grandi scioperi dell'inizio del '900 per l'affermazione dei diritti del lavoro femminile e non solo. Per questa ragione le storie e le atmosfere raccontate dalle canzoni in programma rimangono a tutt’oggi profondamente scolpite nell’immaginario collettivo.

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I componenti del gruppo ricordano che il loro primo concerto, nel 2006, si è svolto proprio nella filanda abbandonata della Rasica, esattamente nel reparto tintura per la produzione del "tinto in filo". Le persone presenti al concerto ci hano raccontato di una emozione particolare nel vedere proiettate sui muri le foto di quelle giovanissime ragazze che cento anni prima avevano lavorato proprio all'interno di quei reparti.

Il concerto del gruppo si apre con "Mamma mia mi sun stüfa", considerato un po' l'inno delle filandere. Si parla delle condizioni di lavoro delle ragazze che lavoravano in filanda, delle prove cui erano sottoposte.

"Cal e póch" misuravano rispettivamente la resa di filato rispetto alla quantità di bozzoli consegnati e la produttività in generale.

Il "pruvìn" era invece la verifica sulla qualità della seta prodotta, condizione indispensabile per acquisire la qualifica di "maestra".

Tutto il lavoro era svolto dalle filandere sotto lo sguardo vigile del direttore e severo della sua assistente (la sistènta).

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Ascolta il brano "Mamma mia mi sun stüfa"

 

Il concerto prosegue poi con altre canzoni della tradizione legate alla bachicoltura e soprattutto alla filanda.

Canzoni tristi, canzoni allegre, canzoni spensierate si susseguono durante tutto il concerto che si conclude in maniera più scanzonata con brevi spezzoni di canzoni di filanda, ampiamente conosciute in quanto riproposte dal "cabaret" milanese degli anni '70. 


Póvre Filandére

Una delle canzoni alle quali il gruppo tiene particolarmente, è "Póvre filandére", un brano che loro legano ad un zetkinepisodio drammatico avvenuto a New York nel 1911. Si tratta di uno degli eventi commemorati nella "Giornata Internazionale della Donna", proposta dalla parlamentare tedesca Clara Zetkin alla 2° internazionale di Copenaghen nel 1910.

Nel pieno centro di New York operava una filanda, la Triangle Shirtwaist, specializzata nella lavorazione del cotone, con una filiera completa che, a partire dalla balle di cotone, confezionava le "shirt", bluse molto succinte, in voga agli inizi del 1900, antenate delle più moderne T-Shirt.

Nel palazzo di 10 piani, lavoravano più di 500 addetti, la direzione era al decimo piano. Al 9° piano erano state raggruppate le "irregolari": ragazze americane con meno di 12 anni, quindi senza permesso di lavoro, e le clandestine, soprattutto italiane e ebree che vivevano nel ghetto di New York, senza permesso di soggiorno.

Ogni mattina, dopo l'ingresso delle "irregolari"; le porte del 9° piano venivano sprangate dall'interno e dall'esterno per evitare furti, come diceva la direzione, ma soprattutto perché, se ci fosse stata una ispezione, gli incaricati governativi non avrebbero potuto vedere le lavoratrici "irregolari".

Nel pomeriggio di Venerdì 25 Marzo del 1911, alle 17,00, poco prima dell'orario di chiusura della fabbrica, nell'edificio si verificò un grosso incendio. La maggior parte degli addetti, compresi gli impiegati della direzione, riuscirono a mettersi in salvo. Non fu così per le ragazze del 9° piano che rimasero imprigionate fra le fiamme perché, nella confusione generale, nessuno si ricordò di aprire loro le porte.

La commozione e lo sdegno furono enormi. A quel tempo non era così facile spostarsi ma le cronache riferiscono che ai funerali di Domenica 27, sotto la pioggia, più di 100.000 persone accompagnarono in rigoroso silenzio le 146 bare della Filandere della Shirtwaist.

In ricordo di quelle ragazze e di quelli che ancora oggi perdono la vita sul posto di lavoro, il gruppo ha pensato a questa canzone come ad una ninna-nanna per una "buona notte".

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"Póvre filandére"

 

Ulteriori notizie sul gruppo: http://www.asscolombera.it/progetti/filande/descr.htm


BGp (Settembre 2015)

 

Categoria: Persone, gruppi e iniziative
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