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tn aperturaDa secoli esisteva una strada di campagna che, a partire dalla Via Drécia (ai tempi in cui era veramente diritta e collegava la piazza allo Statale 525), portava al Santuario della Madonna della Scopa. Il Santuario era stato ristrutturato già all'inizio del 1900 dal parroco Don Guglielmo Monzani e consacrato nel 1905 dal Vescovo Giacomo Maria Radini Tedeschi, alla presenza del suo segretario personale Angelo Giuseppe Roncalli, futuro Papa e Santo Giovanni XXIII. Mancava un degno viale di accesso al Santuario e vi pose rimedio nel 1933 Don Felice Pedrinelli.

Dalle mappe del Catasto Napoleonico dell'inizio del 1800, come dicevamo, esisteva la "Strada Comunale detta la Via della Madonna" che portava dal centro abitato di Osio Sopra al Santuario della Madonna della Scopa.

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Il tracciato autostradale, aperto il 24 Settembre del 1927, su sterrato di una corsia per ogni senso di marcia, aveva in qualche modo interrotto il tracciato del viale ma l'autostrada non era assolutamente frequentata e, non essendo transennata, era consentito l'attraversamento indisturbato di uomini e animali.

Nessuno, a quel tempo, avrebbe potuto immaginare che nel 2007 le esigenze di traffico avrebbero richiesto le attuali 4 corsie per ogni senso di marcia, più la corsia di emergenza per un ingombro totale pari a una cinquantina di metri di larghezza e le barriere insonorizzanti a protezione del centro abitato.

Ma torniamo per un attimo agli anni '30.

Come abbiamo detto, il centro abitato era collegato al Santuario attraverso un viale sterrato che, disperso fra i campi, attarversava i Pèsse, i Geröle, i Crusète e 'l Cap-Madóna. Tale era la devozione e l’affetto dei fedeli di Osio Sopra per la "Madóna d’ la Scùa" che nel 1931 Don Felice Pedrinelli fece raddrizzare, allargare, sistemare e alberare il viale, decorandolo con 18 statue di Angeli sui lati ed un Arco Trionfale. Oggi le statue sono solo 16: pare che le due poste prima dell'Arco, siano "sparite" a seguito dei lavori effettuati per l'istallazione dei ripetitori telefonici sulla sommità del serbatoio comunale. I lavori erano stati regolarmente autorizzati dall'Amministrazione comunale e le statue, gravemente danneggiate, erano state asportate per essere riparate a spese dell'assicurazione ma sono inspiegabilmente sparite. 

Nel Gennaio del 1931 il progetto complessivo venne commissionato all’Arch. Dante Fornoni di Sforzatica che affidò la realizzazione delle statue e dell'Arco Trionfale alla ditta Brozzoni di Costa Serina. Tutte le sculture, in cemento modellato, vennero realizzate da volontari di Osio con gli stampi dello scultore Girardi, oggi "Sonzogni Pietre Antiche", di Zogno. I lavori vennero ultimati per la festa dell'Assunzione dell'Agosto 1933.

Il Viale, dalla parte del Santuario, si apre con le statue di due Angeli: con ogni probabilità si tratta di due diverse raffigurazione dell'Arcangelo Gabriele che, nell'iconografia classica, è rappresentato con un mazzo di fiori e l'indice rivolto al cielo.

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Alla destra del viale, avendo le spalle al Santuario, c'è sempre l'angelo con l'indice rivolto verso il cielo, tranne nella coppia di apertura dove risultano invertiti.

A metà circa del Viale, dopo l'attraversamento di Via Crocette (una volta Via per Verdello), si erge l'Arco Trionfale. 

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La scritta sulla facciata dell'Arco recita: XIX Centenario dell'Umana Redenzione: a ricordo del sacrifio del Cristo nell'anno 33.

Alla sommità dell'Arco troneggia l'immagine della Madonna con i piedi puntati sul globo terrestre, contorniata da quattro ancelle che la osservano e la venerano; una di queste reca in mano una scopa in omaggio alla Madonna del nostro Santuario.

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Ai lati dell'Arco sono raffigurate le Virtù teologali: la Fede (in alto a dx) imbraccia la croce del sacrificio, la Speranza (in alto a sx) regge l'ancora di salvataggio e la Carità (in basso a dx) è raffigurata con uno stuolo di tre figli. A completamento, è rappresentata la Mansuetudine (in basso a sx) che sorregge in grembo una pecora.

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Nel 2013, sul montante destro dell'Arco è stata posizionata una targa che ricorda ai viandanti le vicende costruttive del Viale e dell'Arco.

Sul retro dell'Arco, dalla parte dell'abitato di Osio Sopra si legge, sempre in latino, "VIRGINI DEI MATRI - VIRGINES PARAECIAE 1933": alla Vergine Madre di Dio le giovani donne della Parrocchia.

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Un centinaio di metri più avanti rispetto all'Arco Trionfale, il viale curva bruscamente a destra per imboccare il cavalcavia. Originariamente il viale continuava in modo rettilineo e, esattamente ad un chilometro dal Santuario, venne collocata nel 1936 l'imponente statua del Cristo Re.

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Oggi la statua appare "fuori posto" tanto che secondo alcuni andrebbe spostata oltre l'autostrada in modo da riacquisire la sua antica funzione di aprire il Viale del Santuario, idea espressa già negli anni '80 dal Parroco Don Pietro Rota. Altri ritengono invece che debba rimanere nel posto in cui è stata originariamente posta, a testimonianza dell'antico assetto viario dell'intera zona.

Il Viale degli Angeli rappresenta oggi, per Osio e per i paesi limitrofi, una delle attrattive ambientali più ambite ed è quotidianamente frequentato da un un notevole numero di cittadini in cerca di un'oasi di tranquillità e di pace. 


Per dovere di cronaca

"Per dovere di cronaca" è il titolo di un opuscolo stampato nel 2007 a descrizione del lavoro di restauro effettuato sulle statue del viale e dell'Arco su commissione di Don Pietro Rota. L'opuscolo è conservato nella Sagrestia del Santuario a cura dell'instancabile Carissimi.

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Il paziente lavoro di restauro è stato portato avanti del 1984 al 1986 dallo scultore locale Giò Locatelli e le impalcature per il restauro dell'Arco sono state messe a disposizione dall'impresa edile di Savino Ravizza. Nelle foto tratte da quell'opuscolo è possibile verificare lo stato delle statue prima e dopo il restauro.


BGp (Ottobre 2015)

 

 

Categoria: Briciole di storia
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