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tn 1Cassinèt, Cavra, Castèl, Madunina, Polér, Salvanèi, Spissiér, Stalù, Via Drécia (in ordine rigorosamente alfabetico) sono i nomi dei quartieri di Osio, rispolverati dalla tradizione o di nuova denominazione a seguito dello sviluppo del paese. Essi intorno alla metà degli anni ottanta sono stati i grandi protagonisti della Festa dello Sport: era nato il “Palio delle contrade”, un modo per rendere la comunità protagonista della Festa a cui essa tanto teneva.


Già la gente di Osio Sopra, durante la manifestazione estiva, era abituata a partecipare ai vari giochi (tipo quelli “senza frontiere”) organizzati dalla Polisportiva. Nell’intento di stimolare la creatività dei vari partecipanti, ai più burloni venne proposto di presentarsi una sera vestiti in costumi un po’ di fantasia, così tanto per divertirsi insieme. Fu uno spettacolo unico, anche se casereccio. La mamma che portava con la carriola a mo’ di passeggino il bimbo cresciutello e il carretto dalle ruote di legno ferrate con tutto l’ambaradan dell’arte contadina sono rimasti nel mito.

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La cosa piacque tanto che i vari rappresentanti delle contrade di comune accordo con la Polisportiva decisero di dare sistematicità all’avvenimento. Il Palio ebbe così un regolamento: c’erano due distinti tornei, quello dei carri allegorici e quello dei giochi. Ogni sera le contrade, a turno di quattro, si presentavano con un carro allegorico dalle stesse allestito su un tema prestabilito e uguale per tutti; ad esempio: le fiabe, le città del mondo, W le donne, la politica, i continenti ecc. ecc.

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Dopo la sfilata per le vie del paese c’era la rappresentazione al campo della Festa. Una giuria determinava la classifica della serata. Le contrade non impegnate nella sfilata si sfidavano in vari giochi spettacolari: tiro alla fune, palo della cuccagna, corse coi trampoli ecc.

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Il bello del Palio era rappresentato dalla partecipazione di tutti gli abitanti della contrada per allestire i carri, per fare i figuranti e per partecipare ai giochi. Diverse persone “prendevano le ferie” proprio nel periodo in cui si svolgeva il Palio perché l’impegno era notevole e talvolta si lavorava a turni sulle 24 ore sia per smontare i carri protagonisti della sera sia per allestire quelli nuovi. Infatti, si arrivava persino a dover allestire 4 carri per diverse serate nell’arco di una decina di giorni. I bambini, poi, erano i protagonisti assoluti delle rappresentazioni del Palio e recitavano la loro parte proprio a puntino.

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Tanti adulti ebbero la possibilità di mostrare le proprie abilità o come provetti artigiani nella lavorazione del ferro e del legno o come coreografi; e persino come attori. Spesso in una comunità certe manifestazioni sono l’occasione proprio per svelare la grande potenzialità di tante persone.

Anche i giochi ogni sera prevedevano una classifica che veniva assommata a quella dei carri per determinare alla fine il vincitore assoluto dell’anno. Il trofeo del Palio, tuttora giacente presso gli impianti sportivi, venne commissionato allo scultore Giò. La bellezza e l’ingegno con cui erano costruiti i carri, oltre che attrarre tutte le sere un pubblico eccezionale da tutti i paesi vicini e lontani, stimolò giornali e TV locali che diedero all’avvenimento un’esposizione mediatica che Osio Sopra non aveva mai avuto.

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IL SERVIZIO DI TV BERGAMO

 

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Presentazione 

 

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L'arrivo dei carri 

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Il carro di Bergamo

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L'intermezzo 

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L'intervista

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Il carro di Firenze

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La parata finale

I filmati del Palio sono stati cortesemente messi a disposizione da Cesare "Rino" Bacis

 

Sarebbe lungo enumerare i carri più belli, quelli rimasti nel ricordo per anni. Senza far torto a nessuno dei quartieri (tutti eccezionali, considerati i mezzi a disposizione) vengono alla memoria il “Castello di Cenerentola” del Cassinèt, “Walt Disney” dei Polér, il “Moulin Rouge e la Tour Eiffel” della Madunina, “Papa Giovanni” della Cavra, il “Miracolo della Madonna della Scopa” dei Salvanèi, il “Cristoforo Colombo” degli Spissiér, il “Pinocchio” dello Stalù e tanti altri, ma veramente tanti, che la penuria di spazio costringe a non citare (ma sì, dai, un ricordo in più se lo meritano anche “lo sbarco sulla luna”, “l’India”, “l’Africa”, il “Palio di Siena” e la “nascita di Venere”, ecc.).

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Pantagrueliche erano poi le cene che si tenevano, a fine torneo, nelle varie contrade con vinti e vincitori.

Tra le diverse manifestazioni che furono inserite nel Palio, avvenimento sempre più sentito e anche patito dai contradaioli, erano annoverate “la gara delle macchinine telecomandate di Formula 1”, circuito Gilles Villeneuve che si teneva presso il piazzale del mercato e, soprattutto, “la corsa dei cavalli”. Per sorteggio sia la macchinine che i cavalli venivano abbinati alle varie contrade, sì da creare un clima di tifo e arena: vincere il Palio era anche una questione di fortuna.

La corsa dei cavalli si teneva al campo Ferrari, quello sterrato che c’è all’interno degli impianti sportivi. Un’annotazione, al proposito: il Palio dell’Assunta, che alcuni anni fa l’Amministrazione Comunale aveva riportato in auge con maggior fasto all’interno del paese aveva una sua non troppo lontana origine (come manifestazione anche di abbinamento e denominazione delle contrade) proprio dalla Festa dello Sport.

Torniamo alla storia. Si sa come vanno le vicende umane: il Palio delle contrade di Osio Sopra giunse a tali livelli di agonismo che dapprima le contrade più piccole (Castèl, Stalù, Via Drécia, Salvanèi) alzarono bandiera bianca accorpandosi alle contrade più strutturate; passò poco tempo prima che pure le altre rimaste, protagoniste di acerrimi confronti, mollassero il campo. L’ultima suggestiva rappresentazione fu quella della contrada della Cavra che da sola si presentò, a Palio ormai defunto, con lo splendido carro della Statua della Libertà per una rappresentazione breve ma suggestiva sulle note di “Image” di John Lennon.

I tempi erano mutati e in fondo, pur con grande dispiacere, era normale che tutto ciò avvenisse. D’altro canto, come la storia insegna, rimane nella leggenda chi si ritira nel momento del massimo splendore, prima che la decadenza fisiologica ne infici la memoria nei posteri.

La storia del Palio, proprio per l’impegno di un intero paese, meriterebbe una trattazione più ampia. Lasciamo spazio alle foto dell’epoca che, più di tante parole, riescono a rendere l’idea di quello che è stato per Osio Sopra il Palio delle contrade. Verrebbe proprio da dire: “Che tempi quei tempi”!

Altri carri

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Persone e personaggi del palio

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Altre immagini

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Note.


V.F (Maggio 2015)


Categoria: La storia recente
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