tn caduti new2

Dislocati sul territorio di Osio Sopra ci sono 7 monumenti, tutti realizzati a partire dai primi anni del secolo scorso. Oltre al monumento ai Caduti, il primo in ordine di tempo, sono stati negli anni realizzati: il Monumento al Cristorè, la Stele dei "Morti di Peste", il monumento al Donatore Avis, il monumento agli Alpini, ai Carabinieri caduti e, per ultimo, il monumento alle "Vittime del lavoro".

Ma vediamoli uno per uno.


Il Monumento ai Caduti (1923)

Una prima delibera relativa al Monumento ai Caduti è quella datata 2 Luglio 1920, a meno di due anni dalla fine della prima guerra mondiale. La delibera ha per oggetto: Contributo finanziario per la posa di un monumento ai caduti in guerra: il Consiglio Comunale delibera di sospendere ogni sua deliberazione sull’argomento, non esistendo un comitato e un progetto della spesa.

tn monumentocadutidel25 2 6 1920

Il Consiglio ritorna sull’argomento due anni dopo con la delibera n. 97, nella seduta del 1° Novembre del 1922: Spostamento del casello della pesa pubblica:

tn monumentocadutidel97 1 11 1922

Seduta pubblica – Il Presidente espone che un benemerito comitato locale ha raccolto i fondi necessari alla erezione di un monumento a ricordanza dei Prodi caduti per la Patria, e che ha fatto domanda perché il casello della pesa pubblica sia spostato di un piccolo tratto onde essere lo spazio per il collocamento del monumento stesso che non troverebbe altrove area più adatta. Il Consiglio di buon grado approva all’unanimità lo spostamento del casello la cui spesa di L. 40 è da (imputarsi) nel bilancio 1923.

Il casello della pesa venne spostato e il nuovo Monumento venne posizionato all’inizio di Via A. Locatelli, a quei tempi Via del Pozzo o Via per Mariano.
La solenne inaugurazione avvenne, alla presenza di un pubblico numerosissimo, la mattina del 4 Novembre del 1923, nel quinto anniversario del “Bollettino della Vittoria” che annunciava la resa dell’impero Austro-Ungarico.

tn caduti1923

Sopra un alto piedistallo con la scritta: 

OSIO SOPRA
ricorda l’olocausto ed il sacrificio
dei suoi gloriosi figli

svetta la statua in pietra bianca del "Milite Ignoto" in posizione di riposo. Il monumento raggiunge la ragguardevole altezza di cinque metri.

Sulla parte destra, quella rivolta verso l’Auditorium, sono riportati i nomi delle vittime della disfatta di Adua del 1/3/1896 durante la campagna d’Eritrea. A seguire, le vittime della prima guerra mondiale del 1915-1918. Per ultimo il nome dei due caduti rispettivamente nella guerra civile spagnola, nelle campagne a sud di Saragozza (1939) e nelle Bocche di Cattaro del Governatorato della Dalmazia (1941-1943).

Sulla parte sinistra, quella rivolta verso il sagrato, figurano invece i caduti del secondo conflitto mondiale del 1940-1945 e le vittime civili del bombardamento della Dalmine del 6 Luglio del 1944.

Abbiamo già detto che il monumento era stato inizialmente collocato in Piazza, all'imbocco di Via Antonio Locatelli e a metà degli anni '60 venne spostato nella posizione attuale, per esigenze urbanistiche non da tutti condivise.

Pubblichiamo di seguito la corrispondenza fa l'Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, la Parrocchia e l'Amministrazione Comunale relativa alla diatriba sullo spostamento del Monumento ai Caduti.

tn -COOR 1tn corr2tn corr3tn corr4


La Stele dei "Morti di Peste" (1932)

tn stelleAll’inizio degli anni ’30, i contadini della zona, durante la loro attività agricola nei campi a Sud della Cascina Brolis (oggi Vigorelli), hanno rinvenuto i resti di ossa umane. La cosa venne segnalata a Don Isaia Abati che sapeva della esistenza di una fossa comune durante l’epidemia di peste, pur non essendo mai riuscito a localizzare esattamente il punto della sepoltura degli appestati.

Nel luogo del ritrovamento dei resti, Don Isaia fece realizzare una stele dell’altezza di circa tre metri a ricordo perenne dell’esistenza di un lazzaretto dove trovavano ricovero gli ammalati di una delle 3 epidemie che colpirono il Nord Italia.

Si tratta, con ogni probabilità della peste del 1630 in quanto le epidemie precedenti, rispettivamente del 1524 e del 1575, avevano colpito in modo significativo i grossi agglomerati urbani, risparmiando i piccoli centri rurali sparsi nelle campagne.

Quella del 1630 invase anche i piccoli borghi rurali e, a testimonianza, esistono nelle campagne di tutti i nostri paesi cappellette a ricordo dei “Morti di Peste” del 1630.

tn donisaia

 

La stele, che fino a pochissimi anni fa era in aperta campagna, oggi rischia di non essere più raggiungibile a causa delle recinzioni che sono sorte in quella zona. Già dal Settembre del 2013 la questione è stata ufficialmente segnalata all'Amministrazione Comunale, insieme alla disponibilità di alcuni volontari a farsi carico del suo restauro ma fin'ora non ci sono state risposte di rilievo da parte dell'Amministrazione. 


Il Monumento al Cristo Re (1936)

A partire dal 1931 Don Felice Pedrinelli, Parroco di Osio dal 1920 al 1944, faceva realizzare il "Viale degli Angeli" ultimato nel 1933 (19° anniversario dell'umana redenzione). La Statua del Cristo Re, a Osio 'l Cristorè, venne installata nel 1936 e posizionata all'inizio del Viale degli Angeli, ad un Km esatto dal Santuario della Madonna della Scopa. A quei tempi l'autostrada, senza transenne e con una sola corsia per senso di marcia, si attraversava a piedi o in bicicletta.

tn Cristore

La realizzazione della staua venne affidata alla Ditta Brozzoni di Costa Serina su stampi predisposti sotto la direzione dell'Architetto Dante Fornoni (1891-1978). 

Dopo i ripetuti allargamenti dell'Autostrada, oggi la statua si trova isolata dal viale. Da qualche anno si sta facendo strada, da parte di alcuni, la convinzione che la statua debba essere spostata oltre l'autostrada, restituendole la funzione originaria di aprire il Viale degli Angeli.

Il Monumento al Donatore AVIS (1988)

Il Monumento al Donatore A.V.I.S. è un’opera eseguita dallo scultore Gio’ Locatelli di Osio Sopra.

opinione tn

E’ costituito da un ceppo di marmo arabescato di altezza pari a 2,00 metri, del peso di 60 q.li circa. Ad esso è fissato un medaglione in bronzo di altezza pari a 1,45 metri e larghezza pari a 1,00 metri ottenuto, in pezzo unico, per fusione, mediante stampo a cera persa. Sul medaglione sono raffigurati: il “donatore” che, con un braccio si copre il volto mentre l’altro è disteso nell’atto del dono nei confronti del “ricevente” che, in basso, attende a mani aperte. Le due figure richiamano, nella parte centrale, in corrispondenza delle mani, il precedente logo romboidale dell’associazione. Alla scena fa da sfondo il profilo dei grattacieli di una città del futuro, che sporge nella parte superiore del monumento per un’altezza pari a 0,45 metri. Appena sotto, su pergamena in bronzo, mediante caratteri in rilievo, è composta la seguente frase: “… affinché il nostro dono continui”.

tn parere1tn parere2

Avere un simbolo in cui riconoscersi ed identificarsi era una necessità più volte espressa dalla quasi totalità dei soci. Il 24 aprile 1988, con una cerimonia solenne, è stato inaugurato il Monumento al Donatore AVIS sotto la presidenza del compianto Giovanni Perletti, alla presenza del Sindaco Martinelli e del Parroco Don Pietro Rota.
I monumenti di solito sono commemorativi di gesta ed imprese eroiche del passato; noi l’abbiamo voluto “affinché il nostro dono continui”.


Il Monumento agli Alpini

Il "monumento alpini" di Osio Sopra si differenzia dagli altri monumenti perché non è stato ideato per ricordare, in generale, ignoti militi o sconosciuti benefattori della comunità, ma persone ben precise, con nome e cognome, che han dato la vita nell'espletamento del loro dovere, pur non essendo native di Osio. Persone che, nate mille chilometri di distanza da Osio rappresentano per Osio precisi valori, valori universali: dare la vita per il perseguimento della pace nel mondo.

Militari che, stranamente, non vogliono la guerra, ma la pace!

Massimiliano Ramadù e Luigi Pascazio, alpini della Taurinense, muoiono il 17 maggio del 2010 nei pressi di Herat in Afghanistan per esplosione di una mina anticarro posta sulla strada per Bala Murghab.

Nello stesso anno il gruppo alpini di Osio Sotto, a pochi giorni dalla sfilata nazionale di Bergamo, decidono di ricordare, con un monumento il valore di questi alpini.
A ricordare i dieci anni di missione in Afghanistan e i 53 caduti italiani, sempre il gruppo alpini ha posto ai piedi del monumento una lapide che riporta i nomi di tutti i morti in Afghanistan.

Bitetto di Bari, città' natale di Luigi Pascazio, Cisterna di Latina, città di residenza di Massimiliano Ramadù , Osio Sopra, sede del monumento e Osio Sotto, sede del gruppo A.N.A., da cinque anni sono, ormai, legate da vera amicizia.

tn alpini1tn alpini2tn alpini3

 

Viva gli alpini!
Viva l'Italia!

Il Gruppo Alpini


Il Monumento ai Carabinieri caduti

Samuele Frigerio, uno dei responsabili della Sezione di Osio Sotto della Associazione Nazionale Carabinieri, ci spiega il motivo e la finalità del Monumento ai Carabinieri, posto all'inizio di Via Enrico Fermi.

tn carabinieri

La nostra Associazione Nazionale Carabinieri, che raggruppa persone del territorio che hanno avuto un trascorso militare nell’Arma, ha voluto fortemente costruire un simbolo in grado di interpretare alcuni valori che caratterizzano l’arma stessa come il masso di pietra in cui è inciso il nostro fregio e che sintetizza al meglio il nostro motto (nei secoli fedele).

Contestualmente si è voluto dare un tributo a quei Carabinieri che hanno donato la propria vita, per la salvaguardia della legalità ed il mantenimento della libertà, riportando sul masso in pietra la frase "Ai Carabinieri Caduti"

Il nostro obbiettivo è che tale monumento serva come monito alle nuove generazioni ricordando che la libertà di pensiero e parola che oggi godono è anche frutto del sacrificio di persone che hanno donato la propria vita difendendo i principi democratici e le regole di convivenza civile che caratterizzano l’attuale società.

Il monumento è stato scolpito dal sig. Fornoni Giovanni nato e residente ad Ardesio. L’artista scolpisce il marmo di Ardesio, la cui cava esiste dal 1600, da 27 anni ed in questo lasso di tempo ha realizzato numerose opere: 

  • le 10 colonne e le 25 lesene collocate nella Basilica di Torino
  • la gradinata del santuario della Corna Busa
  • alcune realizzazioni del Santuario della Madonna delle Grazie di Ardesio
  • monumento all'AVIS di S. Omobono Imagna e quello di Villa D'Ogna
  • monumento ai Carabinieri di Ponte Nossa, Ardesio, Osio Sopra, Levate e Ciserano
  • la fontana di Brembate Sopra

Il Monumento alle vittime del lavoro (2014)

tn lavorotn lavoropartic

Il Monumento è stato realizzato fra la fine del 2013 e l'inizio del 2014 dall'artista Emilio Gualandris con il supporto di un folto gruppi di volontari per la predisposizione dell'area e del supporto.

La realizzazione è stata resa possibile dall'interessamento dell'ANMIL (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro), in collaborazione con l'Amministrazione Comunale.

Emilio Gualandris parla della sua opera: "Monumento di chiara linea moderna realizzato con materiali poveri ma ricchi di valore e significato come la pietra, il legno e il ferro. Il progetto e la realizzazione tengono conto di due situazioni ben separate, l'istinto e la razionalità.

  • L'istinto. Che, visto il tema trattato, mi impone un'opera che nella sua composizione si sviluppa a triangolo con uno dei vertici che guarda verso l'alto come ad inseguire una dimensione altra, mistica, seppur senza nomi o riferimenti religiosi.
  • La razionalità. Invece mi obbliga alla concettualizzazione dell'opera, la quale nel corpo centrale del monumento individua uno dei motivi scatenanti causa di fatalità e incidenti a volte mortali. Si noterà infatti la fuori uscita, dalla sede naturale, di un ingranaggio il quale diventerà causa di problematiche che a volte portano a tragedie sul posto di lavoro.

Riportiamo una parte del discorso del Presidente del Comitato, Davide Serappi, al momento dell'inaugurazione avvenuta nel Marzo del 2014: "Quello che ha portato il gruppo di volontari, in collaborazione con ANMIL, a realizzare questo monumento è la convinzione che, avendo lavorato per molti anni nelle fabbriche e quindi avendo visto e vissuto incidenti infortunistici che hanno toccato noi stessi o compagni di lavoro, bisognasse in qualche modo ricordare tutti coloro che hanno perso la vita per procurarsi di che vivere per sé e per la propria famiglia".

tn lavoro1tn lavoro2


C.R. e  BGp (Giugno 2015)

Per la fattiva collaborazione, si ringraziano:
AVIS Osio Sopra
Gruppo Alpini di Osio Sotto
Associazione Nazionale Carabinieri
Comitato Vittime del lavoro