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La chiesa parrocchiale di Osio Sopra venne costruita in soli 3 anni dal 1774 al 1777 sotto la reggenza di Don Anton Tommaso Volpi, Parroco di Osio Sopra dal 1766 al 1797 e già Parroco di Villasola da 1752 al 1766. La chiesa è dedicata a San Zeno, Vescovo di Verona dal 362 al 372, chiamato il Vescovo moro, in relazione alle sue origini nordafricane.

La nuova chiesa venne realizzata sul lieve poggio, dove anticamente sorgeva il castello, in luogo di una precedente chiesetta battesimale, documentata già nel 1271, anch'essa dedicata a San Zeno.

Il progetto, realizzato da Fabrizio Galliari, appartenente ad una famiglia di architetti originari di Andorno Micca, oggi in provincia di Biella, ricalca quello della chiesa dei Padri Somaschi di Padova, probabilmente su richiesta dello stesso Parroco Volpi, originario di Somasca, oggi frazione del comune di Vercurago.

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La facciata, così come la vediamo oggi, venne realizzata nel 1926 su progetto di Elia Fornoni, a copertura del rivestimento originario come lo vediamo in una foto datata all'incirca 1900.

tn M034 Il Campanile all'inizio del 1900

 

Come si vede la facciata presenta delle finte colonne a sostegno dell'architrave e del timpano. Nella foto si vede il campanile (la disposizione delle campane è quella antecedente al 1953) e il caseggiato, demolito negli anni '60 che al tempo occupava l'attuale aiuola.

L'aspetto attuale è completamente cambiato, come si può vedere dalle immagini successive.

Le attuali statue in cemento modellato sono state commissionate alla ditta Brozzoni di Costa Serina su stampi del pittore-scultore Pietro Muzio Compagnoni, anche se alcune vennero collocate sicuramente in un periodo successivo.

Dello stesso autore erano anche le statue poste sulle balaustre che, fino a metà degli anni '60, delimitavano il sagrato (vedi foto storica più avanti).

La statua di San Zenone posta nella nicchia sopra l'ingresso della parete di sinistra è invece attribuita, come documentato più avanti, allo scultore Anton Maria Pirovano di Sforzatica (1704-1770) realizzata ai tempi della costruzione del Campanile che avvenne dal 1749 al 1766, sotto la reggenza del Parroco Don Andrea Strazza.

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Alla sommità del timpano svetta la bellissima immagine della Madonna in preghiera. Alla sua destra, quindi alla nostra sinistra, la statua di San Francesco e, più lontano, quella di S. Alessandro. Dall'altra parte quella di San Luigi Gonzaga e, più lontano quella di Santa Gemma Galgani di Lucca, beatificata nel 1933 da Papa Pio XI.

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Da sinsitra a destra.

S. Alessandro

Patrono della città di Bergamo, Sant'Alessandro, di origine egiziana, era comandante di centuria della legione Tebea, incaricata di ricercare e uccidere i cristiani. Al suo rifiuto venne condannato a morte una prima volta a Milano da dove riuscì a fuggire. Attraversata l'Adda trovò rifugio a Bergamo in casa del patrizio Crotacio, dove cominciò la sua opera di conversione alla fede cristiana.
Condannato di nuovo a morte, venne decapitato il 26 Agosto del 303 nel luogo dove ora sorge la chiesa di Sant'Alessandro in colonna a Bergamo.

San Francesco

Conosciuto come il poverello di Assisi, San Franesco nacque nel 1182 da una famiglia di ricchi mercanti di stoffe. Rinunciò giovanissimo a tutti i suoi beni e si ritirò a Gubbio dove cominciò la sua opera di predicazione in assoluta povertà. Morì il 3 Ottobre del 1226 dopo aver fondato l'Ordine dei Frati Minori. Nel 1939, insieme a Santa Caterina da Siena, venne proclamato patrono d'Italia da Papa Pio XII. 

« Altissimu, onnipotente, bon Signore
tue so' le laudi, la gloria, l'honore
et onne benedictione »

San Luigi Gonzaga

Primogenito di Ferrante Gonzaga, marchese di Castiglione delle Stiviere, San Luigi nacque il 9 Marzo del 1568. Grande studioso di scienze, lettere e filosofia, rinunciò al titolo nobiliare e si trasferì giovanissimo a Roma dove si prodigò nel soccorso ai malati delle epidemie che tra il 1590 e 1591 colpirono la città. Si racconta che un giorno, trovato in strada un appestato, se lo caricò in spalla e lo portò in ospedale. Contagiato dal morbo, morì pochi giorni dopo, il 21 Giugno del 1591, all'età di soli 23 anni.

Santa Gemma Galgani

Gemma Galgani, nata a Capannori (LU) il 12 Marzo del 1878, rimase orfana di madre all'età di 7 anni. A causa d'un fallimento, la sua famiglia perse ogni avere e si trasferì in una povera abitazione e fu lì che Gemma affermò di aver ricevuto le stigmate. Colpita da gravissima malattia scampò miracolosamente e inspiegabilmente alla morte. Nel settembre del 1902 si ammalò di nuovo di tubercolosi: nell'agonia Gemma disse di affrontare un'estasi dolorosa la notte del Venerdì Santo, per poi morire intorno alle 13:30 dell'11 Aprile del 1903, Sabato Santo. Aveva 25 anni.


Sopra il portale della chiesa: San Zeno

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Proveniente dall'Africa, forse dalla Mauritania, San Zeno, o Zenone, dal 362 fino alla morte fu vescovo di Verona, dove fondò la prima chiesa. La scultura sopra il portale lo raffigura fra le virtù teologali: a sinistra la Fede imbraccia la croce del sacrifico e, a destra, la Speranza regge l'ancora di salvataggio. In basso lo stemma di Monsignor Beschi, così descritto:

Scudo sannitico incappato:

nel 1° d'argento, alla croce di Lorena d'oro,
sormontata da una stella dello stesso;
nel 2° d'azzurro, a due gigli d'oro
nei cantoni del capo.

"Secundum verbum tuum" (L.c. 1,38), motto scelto da Monsignor Beschi, è l'esclamazione attribuita a Maria dopo l'annunciazione.


Alcune immagini di repertorio

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Il sagrato

Il sagrato ha subito due grosse trasformazioni durante il 1900: la prima nel 1926 e la seconda alla fine degli anni '60. Nel 1926 venne delimitato dalle balaustre sulle quali svettavano 5 statue attribuite, come quelle della facciata della Chiesa, a Muzio Compagnoni. Alla fine degli anni '60 le balaustre e le statue vennero smantellate e il sagrato assunse l'aspetto attuale.


Il Campanile

Il campanile raggiunge una altezza di circa 50 metri e venne eretto dal 1749 al 1766 quando Parroco era Don Andrea Strazza, noto guaritore ed esorcista. L'attuale concerto di campane in SI2, orgoglio degli Osiesi, venne installato nel 1953 in sostituzione del precedente, smantellato nel 1943 per fabbricare ordigni bellici.


Le nicchie della facciata

Nelle nicchie della facciata trovano posto, a sinistra in alto la statua di San Giuseppe col bambino mentre a destra quella di San Carlo Borromeo. In basso a sinistra San Gerolamo Miani e, a destra, il Santo Curato D'Ars.

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Da sinistra a destra e dall'alto in basso.

San Giuseppe

Nell'iconografia cristiana capita raramente che San Giuseppe venga rappresentato con un atteggiamento, oltre che protettivo, di grande tenerezza nei confronti del Bambino Gesù. Ci pare di poter dire che l'autore, Pietro Muzio Compagnoni, abbia voluto sottolineare questo aspetto della personalità dell'artigiano padre putativo del Cristo Redentore.

San Carlo Borromeo

San Carlo fu vescovo di Milano dal 1563 fino alla sua morte per malattia nel 1584, a soli 46 anni. Di origini nobili e facoltose, utilizzò le ricchezze di famiglia in favore dei poveri. San Carlo procedette alla riforma dell'ordine religioso degli Umiliati che avevano un convento anche a Osio Sopra dove oggi sorge il camposanto. Lì venne fondata la Confraternita dei Disciplini (Düsüplì) Penitenti della carità, sopravvissuta fino alla metà del 1900. Nella sua visita a Osio del 1573, San Carlo consacrò solennemente l'altare maggiore della nostra Parrocchiale, conservato anche dopo il rifacimento della chiesa del 1774.

San Gerolamo Miani (Emiliani)

Gerolamo Miani (1486-1537), fondatore dell'ordine dei Chierici Regolari di Somasca, è venerato come santo e considerato "patrono universale degli orfani e della gioventù abbandonata" (Pio XI, 1928). Dopo la carriera militare al servizio di Venezia, Girolamo si stabilisce a Somasca, oggi frazione di Vercurago, dove fa erigere un oratorio per ospitarvi gli orfani, apre una scuola di grammatica e una specie di seminario: vi si alterneranno lo studio, il lavoro agricolo e attività di rilegatura e tornio. L'opera di San Girolamo è oggi proseguita dai Padri Somaschi, continuatori della Compagnia dei Servi dei poveri.

Santo Curato d'Ars

Jean-Marie Baptiste Vianney, questo il suo vero nome, è noto come Curato D'Ars per la sua intensa attività in un piccolo villaggio francese a Nord di Lione. Figlio di poveri contadini, venne ordinato sacerdote dopo molte difficoltà, soprattutto nell'apprendimento del latino, e fu mandato ad Ars dove spese la propria vita nella evangelizzazione, nella pratica del sacramento della penitenza, nell'assidua preghiera e nella celebrazione della Messa. Nel 1925 è dichiarato patrono dei Parroci e additato come modello per i sacerdoti da Giovanni XXIII nell'enciclica Sacerdotii Nostri Primordia.

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 Alcune statue di Angeli (da notare il loro stato di degrado)


La statua di San Zeno Vescovo
dello scultore Anton Maria Pirovano

(sopra l'ingresso della fiancata Nord)

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A.M. Pirovano nasce a Sforzatica il 23 Marzo del 1704.

Inizia prestissimo la sua attività di scultore e di architetto insieme al padre Pier Paolo. Pare che la sua prima opera pubblica sia stato il medaglione posto sopra la porta della Parrocchiale di Ponte S. Pietro, nel 1725. Lavora, sempre con il padre, alle chiese di Mapello, Verdellino, Stezzano, Sorisole, Treviglio. Viene chiamato a Gromlongo, Brembate Sopra, Chiuduno, Zanica, Calcinate, S. Andrea di Sforzatica e S. Maria d’Oleno, S. Caterina e S. Grata in Borgo Canale in Bergamo, Almenno S. Bartolomeo, Premolo, Basilica di Alzano Lombardo, Cologno al Serio, Villasola di Cisano, Bonate Sopra, Somasca, Pontirolo, Poscante, Gazzaniga, Vertova, Urgnano, Fara d’Adda.

Le statue della balaustrata della chiesa di Ponte S. Pietro, secondo cronache dell’epoca, “furono dagl'intendenti per la loro bella mossa molto applaudite”. Le facciate delle chiese di Treviolo e di Osio Sotto sono tra le sue opere più belle come architetto. La sua ultima opera è per il campanile di Sabbio.

Muore il 15 maggio 1770 e viene sepolto nella chiesa di S. Maria d’Oleno alla quale aveva lavorato con il padre Pier Paolo.


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La ricerca sulla facciata della Chiesa Parrocchiale di Osio Sopra è stata effettuata dalla Associazione Culturale La Colombera nel Dicembre del 2013, su richiesta dell'allora Parroco Don Gianni, per documentare lo stato, in qualche caso pessimo, di alcune statue della facciata così come dei cornicioni del Campanile.

La ricerca storica e il progetto grafico sono di Gianpietro Bacis. Le fotografie sono state realizzate da Valentino Belotti - Photo Studio U.V. - Osio Sopra.

Un ringraziamento particolare al Parroco Don Gianni Rigamonti per la disponibilià e la consulenza.


 

L'album fotografico originale e completo è disponibile
nell'Archivio Parrocchiale
e nella biblioteca di Osio Sopra

BGp (Luglio 2015)

Categoria: Monumenti e manufatti
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