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Questa è una storia vera, è ambientata a Osio Sopra all'inizio del 1900, e si riferisce ad una famiglia numerosa che abitava in Castèl. I genitori, ormai di una certa età, avevano avuto solo figli maschi e desideravano una figlia che avrebbe potuto accudirli quando sarebbero diventati vecchi.

Decisero quindi di adottare una bambina.


Una mattina di buonora il padre partì con il carretto e andò a Bergamo al Conventino, dove c'erano bambini e bambine trovatelli o figli le cui madri non avevano la possibilità di mantenerli. A quel tempo non c'erano molte formalità, anzi non ce n'era nessuna, e si poteva adottare un figlio seduta stante, giusto il tempo per le suore di compilare i registri.

Il padre tornò a casa con il suo fagottino, lo consegnò alla moglie e si recò nei campi perché si era già fatto tardi.

La madre, facendo il bagnetto alla creatura, scoprì con non poca sorpresa che si trattava di un altro maschietto. Chiamò uno dei figli più grandicelli e lo mandò nei campi dal padre per avvisarlo che quello che aveva portato a casa da Bergamo era ancora un maschio.

La risposta del padre non si fece attendere: “Dìga de mètel là 'nsèma i óter”. Così il nuovo fratellino rimase nella famiglia e crebbe insieme agli altri.

La carità dei genitori fu comunque ricompensata perché, alla successiva e ultima gravidanza, la madre mise finalmente al mondo una bambina e la chiamarono Giacoma.


 BGp (Aprile 2015)

Tratto da "Osio Sopra, il patrimonio immateriale di una comunità" di Gianpietro Bacis pubblicato nel 2012.