tn famigliaI Brüs-cì di Osio Sopra. Il cav. Giuseppe Crotti (come riportato da un articolo apparso su "L'Eco di Bergamo del 1967") racconta come un gruppo di soldati austriaci nel secolo scorso “esportò” tale lavorazione proprio a Osio Sopra. Dal “moleta” di un secolo fa, ai moderni laboratori di oggi. La storia delle “spazzole” che si fabbricano a Osio Sopra è molto interessante e curiosa e merita di essere illustrata sia pure per sommi capi. Ce lo conferma il cavalier Crotti mentre brinda ai suoi 45 anni di matrimonio rallegrato dall’affetto della moglie e dei 12 figli.

 

La Tradizione.

Al tempo della dominazione austriaca e perciò nella prima metà del 1800, il bisnonno del cav. Crotti, Francesco,  faceva “ol moleta” cioè l’arrotino, guadagnando da vivere con quei quattro soldi incerti che poteva prendere sì e no quotidianamente. In poche parole la sua vita era legata al filo, più o meno perfetto, delle lame di qualche rasoio o di qualche spada. Fu così che un giorno di primavera, Francesco Crotti si recò in una località soprannominata “Pascolo” e, mentre era intento ad affilare i suoi pochi strumenti da lavoro fischiettando allegramente, fu disturbato dallo scalpitare di uno squadrone di gendarmi austriaci a cavallo. Questi, con in testa il loro ufficiale Markel Donnecher, si fermarono per far riposare i cavalli e alcuni di loro si avvicinarono al “moleta” Francesco Crotti. Uno dei soldati, vedendo la mola, trasse di tasca un pezzo di ferro cilindrico e cominciò ad affilarlo. Dopo averlo appuntito per bene ricavandone un punteruolo, tolse dalla tasca appesa alla sella del cavallo una tavoletta di legno di forma prismatica e iniziò a praticarvi innumerevoli fori. I suoi commilitoni, abituati a una simile pratica, raccolsero nei dintorni ciuffi di erbe selvatiche e gambi di fiori, legandoli insieme con filo di cotone. Fu poi un gioco per l’improvvisato artigiano inserire i vari mazzetti nei singoli fori del legno ottenendo la prima rudimentale spazzola. Il povero “moleta” di Osio Sopra, che aveva seguito con tanto d’occhi e con estrema attenzione, le svelte operazioni del soldato austriaco nella confezione della rudimentale spazzola, vide allontanarsi lo squadrone a cavallo e rimase a pensare se anche lui non fosse stato capace di fabbricare qualcosa di simile.

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Da questo episodio, dunque, prenderebbe le mosse la storia della “spazzola”, che pare non fosse conosciuta in Italia. Fu così che il nostro arrotino decise di “arrotondare” la sua magra entrata giornaliera costruendo spazzole, pur non abbandonando il suo antico e più remunerativo lavoro. Via via però si accorse che il nuovo manufatto incontrava la simpatia della clientela ed in breve dedicò tutto se stesso a questa nuova attività.

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Inutile dire il continuo progresso fatto nel campo specifico, se si pensa semplicemente a quale vasta gamma di applicazioni la spazzola viene oggi adibita sia nel campo domestico che in quello industriale. Da una lavorazione rudimentale di oltre un secolo fa si è passati ad una spiccatamente artigianale, con impiego di lavoranti e di macchine a pedale, per poi giungere a quella odierna, tecnicamente perfetta con l’utilizzo di macchinari industriali.

pubblstoricaDi padre in figlio, di epoca in epoca, l’arte di fabbricare spazzole divenne un po’ il pallino di tutti gli abitanti di Osio Sopra (da qui il soprannome di “bruscì”) ma è logico pensare che vi fu un predominio per qualità, quantità e basso costo di produzione da parte dei signori Crotti, che al tempo del signor Amos (padre dell’attuale cav. Giuseppe Crotti), avevano monopolizzato questo settore dell’industria artigianale del paese. Il merito di Amos Crotti fu senza dubbio l’essere riuscito a far vendere il suo articolo un po’ ovunque. La perfezione dei suoi prodotti gli permise di praticarne la commerciabilità in tutta la provincia e, in un secondo tempo (siamo ormai nei primi anni del 1900) anche nelle più vicine regioni. Setole, fibre esotiche, nylon, crine e filature metalliche hanno oggi sostituito i ciuffi di erbe e i primitivi steli, mentre trapani elettrici compiono in pochi minuti un lavoro che prima richiedeva delle ore. Dal 1941 ad oggi, infatti, sotto l’impulso dell’attuale titolare cavalier Giuseppe Crotti e grazie all’impegno dei suoi dodici figli, si è raggiunto un alto livello di produzione, con una lavorazione sempre più tecnicamente perfetta ed adeguata alle esigenze del mercato e del commercio anche internazionale. Alla medaglia d’oro conferita al cav. Crotti dalla Camera di Commercio di Bergamo nel 1952 per la sua fedeltà al lavoro, a quella conferitagli in occasione del Raduno nazionale Botteghe Artigiane centenarie a Torino nel 1961, è tutta una serie di meritati riconoscimenti.

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L'articolo con il titolo "L'arte di fabbricare spazzole tipica dei Bruscì di Osio Sopra" era firmato da P.G. Locatelli, in quegli anni corrispondente de "L'Eco di Bergamo".

Le foto ci sono state gentilmente messe a disposizione dalla Sig.ra Emilia Padova


La modernità.

Nel 1978 alla Ditta C.C.A.G (diventata ormai una Società gestita dai figli Erminio,Severo, Martino, Palmiro, Alfonso e Teresa) è stato conferito il Premio città di Bergamo.

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Dagli anni 80 in poi la Ditta si è molto sviluppata tecnologicamente, dotandosi di macchinari all’avanguardia nella produzione di spazzole destinate a industrie di diversi settori (tessile, pulizia industriale, elettrodomestici, autolavaggi, pulizia stradale ….), progettando e realizzando modelli esclusivi e stampi personalizzati alle diverse esigenze del mercato e specializzandosi nella trasformazione dei polimeri (per la produzione di monofili sintetici atti ad ottenere setole).

Con la collaborazione di Ditte italiane e tedesche specializzate nella progettazione di macchinari industriali, la Ditta C.C.A.G. si è dotata di attrezzature per la produzione di “spazzole a strip” (lineari, sagomate, a spirale) nelle quali le setole vengono bloccate da un nastro di acciaio di forma e spessore variabile secondo le esigenze. Questa è stata una vera rivoluzione nell’utilizzo della spazzola nei più svariati settori.

Per dare continuità nella gestione dell’Azienda di famiglia, dopo quasi duecento anni dalla prima rudimentale spazzola, ai figli del cav. Crotti sono succeduti i nipoti, alcuni dei quali seguono la produzione e altri fanno parte del Consiglio di Amministrazione.

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Aprile 2015