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Muro di sassi in via XXV AprileNe sono rimasti pochi, ad Osio Sopra, dei vecchi muri fatti con i sassi del Brembo. Qualche traccia lasciata ad hoc nel corso di ristrutturazioni e pochi altri manufatti che hanno resistito all’avvento del cemento armato... nient’altro.

Dei vecchi cortili della mia infanzia invece ce ne sono ancora molti, ma di questi quasi nessuno ha mantenuto le caratteristiche originali: alcuni sono invasi da svariate costruzioni, in genere box per auto, muretti e reti divisorie, altri sono stati ristrutturati, o per meglio dire distrutti e rifatti, in modo tale da perdere completamente la loro funzione storica. Altri ancora sono stati eliminati per far posto a piazzette, parcheggi o nuove costruzioni che ben poco hanno a che fare con un centro che volesse definirsi “storico”.

La stessa sorte è toccata anche a diversi edifici che caratterizzavano il nostro paese, come ad esempio il caseggiato che sorgeva dove ora c’è il prato a fianco della Chiesa Parrocchiale o il vecchio Asilo, dove le suore ci facevano dormire seduti al banco con la testa appoggiata sulle braccia conserte. A quei tempi al di là dell’Asilo c’erano solo prati, campi e le “buche” (o meglio “i büse”), le discariche della Dalmine.Stal di Pessòte

Il ricordo più “antico” che conservo nella memoria risale a quando avevo quattro anni e si riferisce proprio ad un episodio che in un certo qual modo riguarda la mutazione del centro storico di Osio Sopra. Abitavamo al Cassinèt e mia madre stava per dare alla luce mia sorella, con l’aiuto della Sciura Maria. Allora la zìa Bébe mi prese per mano e mi portò a fare un giro in piazza dove fervevano i lavori per lo spostamento del monumento ai Caduti. Il monumento si trovava dove ora c’è il palazzone che ospita il ristorante “Il Talismano”, davanti allo Stal del Barù, ed ho sempre avuto l’impressione, pur non avendo indagato sulla cosa, che lo spostamento fosse stato fatto proprio per lasciare posto al suddetto condominio. Non vorrei parlare di “ecomostro”, ma sicuramente un bel pugno nell’occhio nell’architettura del centro storico com’era allora.

Stal di PòpoiA questa operazione seguirono, non necessariamente nell’ordine, la “ristrutturazione” dello Stal di Pessòte, dove c’è ora la Piazzetta Colombera, quella dello Stal del Cìrcol e dello Stal di Dòcc in Via XXV Aprile, quella dello Stal di Rìe, quella della Rochèta e molte altre con risultati in gran parte devastanti, per un centro storico che volesse definirsi tale.

A mio avviso una buona parte di responsabilità per questa situazione si deve addebitare alla scarsa attenzione e sensibilità delle varie Amministrazioni che negli anni si sono succedute alla guida del paese. Si sarebbero dovuti imporre vincoli maggiori per riuscire a conservare l’armonia originale ed evitare accostamenti di cattivo gusto. Un esempio per tutti è la vista di Villa Andreani da Via Donizetti, con sulla sinistra le nuove e moderne villette che, al contrario dei vecchi edifici, nulla hanno a che vedere con la villa stessa...

Queste considerazioni sono maturate in me nel corso del tempo, via via che vedevo il paese dove sono nato e cresciuto trasformarsi perdendo pezzi di storia, e pensavo ad altre situazioni in cui, al contrario, si cerca di intervenire senza stravolgere l’esistente, in Italia come all’estero. Un esempio può essere quello della città di Friburgo, in Germania, semidistrutta nel corso della seconda guerra mondiale ma riedificata rispettando la planimetria originale e ricostruendo in modo fedele all’originale gli edifici pubblici e quelli di particolare valore storico: certamente non è la stessa cosa, non si sente il profumo di antico, i materiali sono diversi... però è piacevole passeggiare in questa cittadina, sicuramente più che se fosse stata ricostruita con edifici moderni.Stal di Rìe

Il nostro non è un paese a vocazione turistica, non ha attrazioni monumentali o paesaggistiche tali da richiamare visitatori da fuori, però io credo che se gli edifici ed i cortili antichi avessero mantenuto le loro caratteristiche peculiari, con ristrutturazioni conservative rispettose della struttura originale, ora avremmo un centro più gradevole ed accogliente, che potrebbe valorizzare al meglio anche le iniziative come il “Madespo” o la “Sagra di Ferragosto”, che richiamano ad Osio Sopra numerosi “forestieri”.


A.R. (Marzo 2015)

Categoria: Riflessioni
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